Una serata secondo i programmi

Lunedì, ore 1945.
Sono pronto, come neanche Fantozzi quando deve vedere Italia-Inghilterra.
Cena con amico alle ore 20 in punto, poi concerto di Bowie alla radio, in diretta, da Londra. Il mio amico dovrebbe portare qualcosa da bere o altro, chissà. Comunque mangeremo, ci sentiremo il concerto alla radio, chiacchierando e cantando pezzi di canzoni e scoprendone di nuove. E poi avrò il ricordo del concerto, lo registro.

E come?

Corro alla Virgin, che è aperto fino alle ore venti. Entro e, ovviamente, sono l’unico cliente. Di solito alla Virgin la musica è varia, ma comunque orecchiabile–>gradevole–>acquistabile. Invece c’era sparato a palla un gruppo metal urlatissimo. Compro due cassette da novanta ed esco, pensando “mitico, ce l’ho fatta”. Piove tantissimo, ma il mio amico ha trovato un passaggio in macchina. Arriverà.

Ore 2005. Mi chiama. “Ritardo una ventina di minuti, i viali sono completamente bloccati, piove tantissimo”. Guardo il sugo per la pasta e gli dico di aspettare. Un po’ borbotta, ma poi si quieta. Penso che mangeremo in ritardo, ma pazienza. La pioggia, intanto, aumenta.
Ore 2035. Il mio amico non si fa vedere. E io non ho una lira sul cellulare per chiedergli dove sia, come stia, e soprattutto quando pensa di arrivare.
Ore 2045. Mi sintonizzo su Radio Due, dove c’è qualcuno che fa dei discorsi assolutamente magniloquenti che elogiano una band nostrana. “Sentiamo”, mi dico, mentre sgranocchio degli animaletti di cristallo per alleviare la tensione: il mio programma sta andando completamente a puttane. La canzone è orrenda. Ovviamente.
Ore 2050. Arriva il mio amico, zuppo e trafelatissimo. Ovviamente, poverino, non è riuscito a portarmi alcun omaggio. “Non importa”, dico io, “sta per iniziare il concerto”. E mi sento un po’ come si dovevano sentire i miei nonni, vicini alla radio per non perdere niente, neanche una parola. Quasi mi commuovo.
Ore 2103. Il concerto non verrà trasmesso. La Sony ha revocato all’ultimo momento la licenza per la diffusione. Tento di fare come Muzio Scevola e sto per immergere la mano destra nel sugo bollente, ma il mio amico mi ferma all’ultimo momento.

La serata si è conclusa con una partita a Trivial, che perdo. Però ho imparato che i ragni hanno otto occhi. Di tutte le cazzate che scorrono in una partita di Trivial Pursuit, in genere se ne ricorda una soltanto, dopo. Il ricordo non permane per più di un paio di giorni. No, questo non l’ho scoperto giocando. Esperienza personale.

Andando a letto ho maledetto la Sony, spegnendo la luce. Poi mi sono alzato di colpo, sono andato vicino allo stereo e ho guardato le cassette comprate per registrare il concerto. Ho tirato un sospiro di sollievo. Almeno erano della TDK.