Il (non) comune senso del pudore

All’ennesima dichiarazione di fronte alla quale ci sarebbe solo da sbarrare gli occhi (Simona Ventura che si lamenta pubblicamente perché ha i mutui da pagare, e notate il plurale), una cosa è chiara: il Paese ha completamente eliminato il senso del pudore. La gente urla, scoreggia, rutta, si scaccola, ruba, se ne fotte. Ma questo lo fa da sempre. E’ relativamente da poco, invece, che queste attività (insieme a tutte le loro estensioni sociali e morali) vengono esibite con orgoglio.
Starò anche diventando misantropo, ma sempre di più la gente intorno a me mi ricorda quella rappresentata dal geniale Riccardo Mannelli, che sin da piccino leggevo in “Cuore” e “Satyricon”, l’inserto umoristico di Repubblica.
Per rendersi conto dell’incredibile capacità del disegnatore (di cui non ho notizie da molto tempo), basti pensare che la vignetta messa qua è di una quindicina di anni fa (se la cliccate la potete vedere meglio): ma io continuo a vedere sempre le stesse facce e a sentire sempre le stesse cose.
(Però, Mannelli, ritorna, dai.)