All Work and No Play…

Suona il cellulare.
“Pronto, sono XY di Donna, del Corriere della Sera. Parlo con Francesco?”
“Sì”, dico io. E già mi immagino di varcare i portoni di via Solferino vestito come un giornalista anni ’30.
“Il suo numero mi è stato dato da [xy], la rivista di cinema su cui scrive. Lei ha intervistato Argento…”
“Sì”, dico io. Mi immagino davanti ai portoni di via Solferino, in attesa.
“Senta, non è che ha un recapito di Argento?”
Non dico niente. E mi immagino a scrivere con lo spray frasi oscene sui muri di via Solferino.
“Le posso dare solo il numero della casa di produzione, non…”
“Ah… Certo, certo, mi dica”
Dopo averle passato il numero, non ho resistito.
“C’è sull’elenco telefonico di Roma, comunque…”
“Me lo ripete? Zero sei… poi?”
Mi arriva una mail dalla rivista [xy]. “Ti inseriamo tra i collaboratori fissi, ma devi firmare la liberatoria che ti allego e rimandarmela.”
Con la liberatoria mi impegno a non essere pagato. Firmo.
Mi immagino come Tafazzi, impegnato a battermi le palle con un numero di [xy] arrotolato.
Infine, mi è arrivato l’sms di Berlusconi.
La mia immaginazione ha dei limiti.