Pork, Alcohol, Dance and eMule

Questo è un buon simbolo di quello che è successo alla festa di fine anno di ieri. Protagonista assoluto il maiale, nella forma a sinistra, ma con i colori e il senso pop di quello di destra. La staticità delle pose, dovuta a profonda riflessione da un lato, e a macellazione dall’altro, invece, non c’entra per niente.
Qualcuno ieri si dev’essere preoccupato che non si mangiasse abbastanza, come ieri. Il risultato è stato una quantità di cibi e bevande varie che avrebbe sfamato uno stato di piccole dimensioni, e non musulmano, si intende, per ovvi motivi. Ogni tanto si sentivano voci come “Ehi, ma qui c’è del tacchino”, o “Ma è incredibile, non credevo che le lenticchie avessero una forma di organizzazione autonoma”. C’è anche stato uno scambio di questo tipo:
“Questo (quello nella foto, n.d.r.) è un salame vegetariano?”
“No, viene da Castel San Pietro.”

Qualcuno ha intonato canti leninisti alternandoli con pezzi dei Van Der Graaf Generator. Altri hanno insegnato alla straniera di turno parolacce e filastrocche che finivano con cose come “and all the angels in a column” (e alle traduzioni letterali delle espressioni del nostro bell’idioma la WASP di turno esclamava cose come “Oh, really? Is that the translation?”).

Poi si è passati alle danze, con il rituale, angosciante e lunghissimo conto alla rovescia (dio, l’ansia che mi mette ogni singolo anno) a fare da punteggiatura. Un ballo ininterrotto dall’una alle sei sulle note di canzoni scaricate al momento, a seconda della generosità della rete p2p.

Conclusioni raggiunte alla fine della serata, cioè quando ormai albeggiava:
– il Martini cocktail è qualcosa che non si può improvvisare;
– non c’è alcuna differenza tra il primo, il secondo e il terzo giro di rhum e pera: sul quarto sospendo il giudizio;
– una stanza normalissima dotata di un letto a soppalco, un portatile e una connessione a banda larga può diventare dancefloor, locale di lap dance, sala prove del Living Theatre;
– la musica è fondamentalmente la stessa dal 1982 ad oggi (questa è di Manu);
– dopo le cinque del mattino la funzione di una cravatta è esattamente a metà strada tra quella di un boa di piume e una corda per saltare.

Ancora una volta, buon anno a tutti.