Così intensi e così italiani

Sono tagliato fuori dalle conversazioni dei giovani per due motivi fondamentali: il primo è che non sono aggiornato sulla scena indie, il secondo è che non sono appassionato di alcuna serie televisiva. Non ho mai visto una puntata di Alias, né di Heroes, non ho mai visto My Name is Earl, né Prison Break. Prometto di rimediare al più presto, e di vincere la mia paura di diventare dipendente al punto tale di farmi tutta la prima serie di Lost in due giorni, ma per il momento sono contento di essere incappato, grazie alla cara Bì (che nel caso leggesse, saluto), in Boris, una serie italiana di cui la prima stagione è appena passata su Fox.
Lo so, anche questa volta (e non è un caso) arrivo dopo la puzza, ma sono rimasto davvero piacevolmente colpito da questa serie. Ambientata sul set di una fiction tremenda, Gli occhi del cuore 2, gioca ovviamente molto con metatestualità varie, ma, soprattutto, è scritta e recitata bene. Più che della serie, Boris adotta il modello della sitcom: puntate di una ventina di minuti l’una, con un filone di trama centrale per ciascuna, sul quale si innestano trame secondarie, alcune delle quali vengono riprese in altri episodi. Nonostante questo schema piuttosto banale, però, i contenuti sono divertenti e intelligenti. Si tratta di intrattenimento, quindi non aspettatevi discorsi alti e tematiche profonde, ma ci sono diversi momenti spassosi, con ottime battute, in cui leggerezza e rapidità non rimandano a stili videoclippari, ma ad un aggiornamento di parte della tradizione della commedia all’italiana, e ad un continuo rimando al politicamente scorretto che, pure nel 2007, è cosa rara in TV.
Esagero? Guardatelo e ditemi che ne pensate. Come, se la stagione è appena finita? Ingegnatevi, su.

La sigla di testa di Boris firmata da Elio e le storie tese.

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