Splinder sta morendo, pare
E il blog cerca di trasferirsi altrove. Vi faremo sapere.
E il blog cerca di trasferirsi altrove. Vi faremo sapere.
Telegrafico, sì, però è il primo che scrivo dalla casa nuova. Posizione assunta: quella della defecazione (e qui si potrebbe parlare di una deriva scatologica dei blog, ma lasciamo perdere). Portatile appoggiato ad una sedia, intorno i resti della battaglia contro gli scatoloni, ormai praticamente vinta.
Alcune cose da segnalare. Pensavo di essere un cazzone intellettualoide, e invece sono un cazzone intellettualoide che sa montare i mobili Ikea. Lo so che non ci vuole la laurea, ma io comunque il mio bel pezzo di carta ce l’ho, quindi…
Sempre a proposito di Ikea: ho chiesto informazioni ad una commessa bionda dagli occhi azzurri (gli stessi colori dell’azienda svedese) di nome Heidi. Posso morire felice. E la cosa non è improbabile, visto che, per mancanza di vettovaglie, mi sto nutrendo da giorni di pizza, kebab e piadine. Ah, e ho anche mangiato due wurstel Ikea, sì, quelli biodegradabili, in meno di dodici ore.
Vado da mammà suonando un mandolino. Alla prossima settimana.
Ringraziate che sto traslocando, se no potrei ammorbarvi con:
– una bella riflessione sul pontificato appena concluso;
– un ricordo degli otto anni passati nella casa che sto lasciando (ma questo, lo sento, arriverà);
– un post incazzato che prenda l’ispirazione dallo spettacolo di Beppe Grillo visto sabato;
– una boutade sui traslochi, appunto.
Scrivo questo solo perché non sembri che io sia in qualche strana forma di silenzio stampa. Fondamentalmente ho cose immediate a cui pensare. Scatoloni, mobili, quella roba là. Il sano vecchio lavoro manuale.
Scusate, ora devo andare, vengono i tecnici di Fastweb nella casa nuova. Non ho ancora lo spazzolone del cesso, ma l’adiesselle, signora mia…