Archivi mensili: Giugno 2006

Tutta la Pulsatilla minuto per minuto

Care e cari (come sono papale, a volte), il blog va a rilento, cioè in maniera inversamente proporzionale al mio ritmo di vita. Ma la trasmissioncina resiste (e presto ci saranno novità anche per l’altra).
Stasera avrò come ospite telefonico Pulsatilla, la donna che ormai è sulla bocca di tutti, e che mi vanto di conoscere ormai da qualche annetto, prima che balzasse agli onori della cronaca per il suo libro. Parleremo quindi de La ballata delle prugne secche, ma anche di altro, senza scaletta, senza rete, un po’ come se parlassimo solo io e lei. Quindi, dalle 2230 di stasera, vi attende una perversione voyeuristica-uditiva. Immancabile.

Vuoi godere anche tu nel sentire Monolocane? Ehi, allora ok, amico! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

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Leggere attentamente le istruzioni

Per una serie di motivi, ho sempre avuto un rapporto inesistente con il freezer: cioè, io lo volevo, ma lui non si faceva vedere. O era perennemente pieno di impegni e scatole, quando abitavo con altre sei persone, o era debole e comatoso, come il finto freezer del minuscolo frigo della casa che ho appena lasciato. Nella mia nuova casa il freezer c’è. Me ne sono reso conto da poco, quando ho riscoperto i banconi dei surgelati al supermercato. Di solito ci passavo davanti senza degnarli di uno sguardo, oppure comprando qualcosa che avrei probabilmente mangiato mentre aspettavo l’autobus. E invece, l’altro giorno, ho finalmente comprato dei prodotti da mettere in frigo. Voi direte, che ne so, del caviale di “Quattro Salti in Padella”. L’anatra alla pechinese surgelata. Niente di tutto questo. Ho comprato due pizze.

(Rumori di disapprovazione dal pubblico)

Margherita, per la precisione.

(Qualcuno lancia degli oggetti)

Dell’Esselunga.

(Scatta la rivolta popolare)

Insomma, l’altra sera, tornando dalla radio, stanco e affannato, mi sono detto: e adesso mi mangio una bella pizza. Ho cantato una canzone col mandolino intitolata “Si schiatta di caldo, ma preferisco il caldo del forno per dieci minuti che mettermi a cucinare.” E ho pensato ad un altro elettrodomestico usato sempre poco: il forno. Nella mia casa nuova il forno c’è. E’ lucente, bellissimo, essenziale, che guarda, quasi quasi ti pare brutto metterlo là, incassato tra gli altri elettrodomestici, e lo vorresti minimo minimo come comodino in camera da letto.
Però io a questi oggetti ci tengo, e leggerei anche le istruzioni di una torcia elettrica, figuratevi il manuale di un forno. Una lettura appassionante, ricca di colpi di scena, emozionante, calda (scontato). Mi siedo comodo, accendo la pipa, e, sorseggiando un cognac, inizio a leggere.

La prima volta che usate il forno – “La prima volta”, penso, romanticamente, poi torno alle istruzioni – dovete farlo stare acceso per un’ora a 200 gradi.
Sbianco. Ma c’è dell’altro, un suggerimento assolutamente prezioso, metti che…
Durante quest’operazione è consigliabile tenere aperta la finestra.

Ho ordinato una pizza.

Che afa fa

Bob Bazzano, broker immobiliare. No, non è Morozzi.

Non aggiorno, non scrivo, non faccio un accidente, apparentemente. In realtà raccontare sul blog degli scatoloni che preparo e della stanchezza orrenda che sento addosso di continuo è poco significativo.
Stasera, però, leggo. Sarò – come ormai accade spesso – l’alter ego vociante di Gianluca Morozzi, che, è noto, sa scrivere, ma preferisce delegare la lettura delle sue opere a me. L’evento si chiama Afa Reading Festival, e si svolge a Bazzano, vicino Bologna, stasera alle 2130 in Piazza Garibaldi.

Io leggo.
Morozzi suona la chitarra.
Prima (o dopo) ci hanno promesso una cena. A noi due.
Fatevi riconoscere, se ci siete. Vi giuro che non vi recluto a tradimento per il trasloco che mi aspetta domani mattina.

Update. Pare che leggerò anche qualcosa di mio. Scelto da Morozzi. Forse addirittura un racconto hot. Pensate un po’.

Di |2006-06-16T11:57:00+02:0016 Giugno 2006|Categorie: Eight Days A Week|Tag: , , , |4 Commenti

Neighbours 8 – Sneak Preview

Ancora non mi sono trasferito nella nuova casa, questione di giorni. Ma, come immaginerete, sono spesso lì per fare lavori, lavoretti, stucchi, affreschi, trompe l’oeil… Vabbè: sono lì per montare mobili Ikea, e basta. Cuore di truciolato.
Ho passato in questo modo anche il giorno del mio compleanno (venerdì: grazie, sì, ho espresso il desiderio, ma che carin*, non dovevi), giorno scelto dal fato per il recapito a casa mia di elettrodomestici e di un armadio di tre metri per due. Che è stato montato da due omini prezzolati. Omini prezzolati che, come da accordo, non solo hanno montato il bestione (frase che scritta così ha un sentore di zoofilia snuff), ma hanno anche eliminato i vari imballaggi, portandoli via con loro.
E si sono portati via anche un cartone che sembrava vuoto, ma in realtà conteneva istruzioni e viti di un pezzo che dovevo montare io. Ho realizzato la cosa troppo tardi, e ho pensato che avevo un’unica possibilità per non tornare in quel posto maledetto alle porte di Bologna, e mi sono precipitato giù dalle scale.
Sulle scale ho incontrato una graziosa vecchietta che, come tutte le graziose vecchiette, quando sentono un giovane che avanza alle loro spalle, anche se zoppo, in sedia a rotelle, sciancato o tutt’e tre le cose, si mettono di lato come se stessero passeggiando lungo l’Autosole nel pomeriggio del 14 agosto. “Vada, vada, che lei è giovane, e io sono lenta.” Trascuro lo scarto logico tra le due opposizioni, penso che alla fine qua, 9 giugno dopo 9 giugno, iniziamo a vedere la terza decina, e mi comporto da perfetto vicino. Forse troppo, nel senso che, dieci minuti dopo che mi sono presentato già mi dice che mi tratterà come suo nipote e mi carezza il viso (giuro). E poi iniziano i guai. Sempre fermi sulle scale, mi informa che:
– in quel palazzo ci sono continuamente dei furti;
– sono previste grosse spese per rifare questo e quello.
Inizio ad essere preso da un vago senso di ansia, e sono tentato di chiedere alcune delle pastiglie che sicuramente la signora tiene nella borsa. Glisso, e intanto arriviamo al portone. Lei mi carezza ancora, mi chiama per nome, mi dice “chebelgiovine” (che sa un po’ di gerontofilia snuff).
Ma io ho una missione da compiere.
“Mi scusi signora, devo fare una cosa”, dico, e con gesto atletico mi sporgo nel cassonetto sotto casa e inizio a ravanare nella monnezza, per cercare l’imballaggio perduto.

Epilogo. Alla fine l’ho trovato. E quindi la mia dose di culo per il 2006 l’ho usata tutta. In un cassonetto.
Il secondo tragico epilogo. Delle orrende spese di cui sopra si discuterà nella prossima riunione di condominio. La prima riunione di condominio della mia vita.
Stasera.
Alle 21.
In perfetta contemporanea con Italia – Ghana.

Morozzi e la dura legge della musica

Ci sono, ci sono. Solo che con una casa da sistemare, un lavoro al pomeriggio (accettato per sistemare la casa), uno alla mattina (che speriamo continui ad esserci) e varie ed eventuali (che non specifico per una forma di pudore che – incredibile – ancora ho), mi manca solo da pensare al blog. Insomma, ho anche da fare un paio di programmini alla radio, ed ecco che, magicamente, questo post(o) si trasforma in una specie di Radiocorriere TV.

Ma stavolta presento un vero evento. Stasera a Monolocane l’amico – numerose volte ospite – Gianluca Morozzi presenta il suo nuovo libro L’Emilia o la dura legge della musica, che (udite udite) deve ancora uscire nelle librerie (data prevista: 15 giugno). Insomma, ho avuto l’esclusiva mondiale. O almeno così mi ha detto Morozzi.
Quindi oggi dalle 2230 parleremo per almeno un’oretta della musica che si è sviluppata lungo la via Emilia, a Bologna, a Carpi, a Reggio, a Modena… vabbè, guardatevi una cartina.
Siateci. Anche perché:
1. quando mai Monolocane avrà un’altra esclusiva mondiale?
2. quando mai a Monolocane passerà – che ne so – una canzone di Guccini o dei Modena City Ramblers?

Vuoi sentire Monolocane? Sicuro? Ehi, allora ok, amico! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

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