presentazione

Cosa resterà di questi anni '80

Quando ISBN Edizioni mi ha mandato Player One, il romanzo d’esordio di Ernest Cline (supernerd, sceneggiatore di Fanboys, campione di slam poetry e possessore di una DeLorean), mi sono preoccupato: come possono pensare che legga seicento e passa pagine di libro in pochi giorni, in tempo per presentarlo a Bologna? La preoccupazione è svanita nel momento in cui l’ho aperto: le pagine sono volate, non appena ho conosciuto il protagonista del romanzo, Wade, un nerd appena maggiorenne che, come la maggior parte degli abitanti della Terra tra una trentina d’anni, vive per lo più collegato a OASIS, una simulazione di realtà (dove si gioca, si studia, si fa sesso, si va a scuola, si ammazza, si muore) ideata da un geniale incrocio tra Wozniac e Jobs, James Halliday. Quando il creatore di OASIS, unica speranza – per quanto fittizia – di un pianeta ridotto al lumicino, muore, indice la caccia al tesoro più grande della storia: chi troverà l’Easter Egg nascosto in OASIS (un universo fatto di migliaia di pianeti) erediterà il sistema stesso e le fortune del suo creatore. Inizia quindi una sfida per lo più incentrata su quiz, giochi e prove legate all’immaginario pop anni ’80, con richiami continui a musiche, film, e – ovviamente – giochi (per computer e non) di quella decade.
Della trama non vi racconto nulla di più (ci penserà il film che ne verrà tratto a rovinare tutto), ma del libro è bene parlare un po’: raramente un romanzo mi ha così immediatamente preso e divertito. Le pagine si divorano, si sorride spesso e, sebbene dopo la metà il ritmo si ingolfi un po’ e il finale sia alquanto prevedibile, leggere Player One è uno spasso. Soprattutto per chi, come me, ha vissuto da ragazzino gli anni ’80, è cresciuto con i vari Goonies, Wargames e Indiana Jones, sebbene io non sia stato un uguale appassionato di giochi di ruolo e videogame. Per Wade gli anni ’80 sono un’epoca esotica, che lui e i suoi sodali Gunter (Egg Hunter, cioè cacciatori di “uova”, coinvolti nella gara globale al centro del romanzo) conoscono attraverso musiche, videoclip, serie televisive e videogame. Per Halliday gli anni ’80 sono la giovinezza. Due modi di mitizzare un periodo storico. Proprio dal punto di vista storico, però, gli anni ’80 (come dice giustamente Matteo Bittanti) sono l’ultimo momento in cui i nerd sono stati emarginati: infatti viviamo oggi in un mondo dominato da nerd e geek, dove smanettoni e fan accaniti (di qualsiasi cosa) sono posizionati ben in alto nella scala sociale. Venticinque anni fa, rincoglioniti dal lato più luccicante della decade in questione, non l’avrebbe detto nessuno.
In Player One, dunque, gli anni ’80 sono il riferimento principale, tuttavia si sfora anche più indietro nel tempo, quando si citano serie giapponesi degli anni ’50, ma raramente più avanti: nel romanzo non compare alcun riferimento a qualcosa che sia stato creato oltre il ventesimo secolo. Perché? Forse perché negli ultimi anni, come dice Simon Reynolds in Retromania, viviamo in un continuo richiamo a ciò che è stato, senza effettivamente fare?
E perché, nonostante il finale conciliante, nessuno fa una mossa per operare nel mondo reale, che tra crisi energetiche e degli alloggi, povertà e violenza, di una mano avrebbe anche bisogno? C’è un lato criticabile nella cultura nerd: come in tutte le sottoculture il nerd è autoreferenziale ma, soprattutto, vive nel suo mondo (o, come direbbe l’amico C., “è felicemente prigioniero del suo immaginario”). Facendo un balzo di lato, forse neanche troppo composto, ci si chiede se uno dei lati negativi della cultura nerd sia quello di avere contribuito a ridurre le persone alla clausura volontaria, al non uscire di casa e affrontare il mondo: quando leggo delle rivolte arabe (e oplà, atterraggio maldestro) penso che la reale differenza tra i giovani italiani, europei e statunitensi e quelli dei Paesi che stanno provando a fare qualcosa è che i ragazzi egiziani, tunisini e algerini non hanno armi di distrazione e, soprattutto, abbiano prime necessità da conquistare. Quando non si ha da mangiare, si capisce, risolvere uno schema di PacMan o finire l’ennesima stagione di una serie TV è cosa di ben poco conto.
Eppure, nel mondo reale immaginato da Ernest Cline, Wade e i suoi amici fanno pochissimo: sì, una delle protagoniste, Art3mis, dice che vorrebbe dare i soldi del premio alla popolazione del globo per risollevarlo dallo stato in cui si trova, ma la cosa suona come un segno di spunta alla voce “impegno sociale”. Insomma, non vorrei che ci fossimo già dentro la Terra preconizzata da Cline: per ora, di OASIS qua non c’è traccia.

Ernest Cline sarà mio ospite a Maps domani pomeriggio e domani sera, insieme a Luigi Bernardi, presenteremo Player One a Modo Infoshop, a Bologna.

Attraverso passaggi da Malazeni

Continua il “tour” (uh!) di “L’ultimo battito”, il racconto scritto per una serata a Modena di un po’ di tempo fa, musicato da Egle Sommacal e, infine, inserito in Attraverso passaggi, un annuario di Malicuvata.
Questa sera intorno alle 18 lo presentiamo, insieme agli altri racconti del volume, da Malazeni, in via Mascarella 84/d, qui a Bologna.
Come al solito, se vi va, passate. Se no, trovate tutto il meritevole volume in download gratuito sul sito di Malicuvata.
Però ci divertiamo di più se passate e scaricate il libro.

Attraverso passaggi alla libreria Golconda

Vi ho parlato altre volte de “L’ultimo battito”, il racconto scritto per una serata a Modena di un po’ di tempo fa, musicato da Egle Sommacal e, infine, inserito in Attraverso passaggi, un annuario di Malicuvata.
Be’, questa sera alle 1830 (puntuali!) lo presentiamo alla libreria Golconda, a Bologna, in via Nosadella. In programma chiacchiere e letture, senza eccessive lungaggini e pesantezze.
Se vi va, passate. Se no, trovate tutto il meritevole volume in download gratuito sul sito di Malicuvata.

Presentare libri di Gianluca Morozzi

Questa indicata dal titolo è una delle attività che ho fatto più di frequente (a parte quelle quotidiane) nella mia vita. Ho iniziato, se non sbaglio, con diverse date di Blackout e continuo stasera. La domanda (corretta) che voi piccoli lettori vi state facendo è: ma quale dei tanti libri di Morozzi usciti negli ultimi mesi il nostro presenterà? Avrei avuto l’imbarazzo della scelta, ma in effetti si tratta dell’ultimo-ultimo Spargere il sale, una raccolta di racconti pensata come una raccolta di b-side, inediti e rarità (e sono sicuro che il paragone verrà apprezzato, conoscendo Gianluca).

Insomma, l’appuntamento è, per chi è a Bologna, alla Feltrinelli di Via dei Mille dalle 21. Con me e Gianluca ci saranno due guest-star: Freak Antoni e Dandy Bestia degli Skiantos. Accorretevicisi.

Riportando la guerra a casa

Con la presentazione di La guerra in cucina che terrò domani alle 16 alla Libreria Ubik di Gorizia, si conclude, almeno per ora, il primo breve tour di promozione del libro. Ed è bello che si concluda nella mia città natale, dove, in realtà, diversi racconti che compongono il libro sono stati pensati (molti) e ambientati (qualcuno).
Ovviamente, se qualcuno di voi ha contatti con librerie, circoli vari, associazioni e simili, in una delle vostre città, non esiti a contattarmi: vorrei fare girare il libro ancora un po’. E attendo sempre le vostre mail, per capire, nel caso l’abbiate letto, se vi è piaciuto o no.

Update
: l’articolo de Il Piccolo di oggi. Però.

La guerra a Milano

Ebbene sì, lettori milanesi del blog (ma ce n’è qualcuno?). Vabbè, comunque: io e il mio libercolo La guerra in cucina sbarchiamo venerdì 15 gennaio alla Libreria Centofioridi piazzale Dateo. Là alle 19 Gianluca Morozzi e Matteo B. Bianchi presenteranno me e i miei racconti, e io li ringrazierò. Accorrete numerosi: ringrazierò anche voi, firmerò le copie, stringerò mani e bacerò bambini e statuette-ricordo.

Peraltro Matteo ha anche recensito il mio libro sul numero di Linus in edicola in questi giorni: se cliccate sull’immagine la vedete grande e potete leggere le belle cose che ha scritto sui miei scritti (ops). Fatevi vivi!

Off Maps @ Modo Infoshop

Come siamo giovani, io e Jonathan, eh? Quando, qualche mese fa, ci è venuta l’idea di “esportare” la nostra trasmissioncina, il nome è venuto abbastanza presto. Quindi siamo andati da Modo, dove abbiamo immediatamente trovato disponibilità e ospitalità. E stasera si inizia.
Insomma, primo appuntamento per Off Maps @ Modo Infoshop, che vuole essere una serie di incontri dove ricreiamo il salottino radiofonico nel salottino (reale e davvero comodo) della libreria-e-non-solo di via Mascarella.
Questa sera parliamo con Luca Castelli de La musica liberata, un volume edito da Arcana che fa il punto sulla “rivoluzione musicale” degli ultimi dieci anni. Da Napster a In Rainbows, insomma. E questo pomeriggio, ovviamente, Luca è ospite a Maps.
Prossimo passo: la conquista della Kamchatka.

Piani ben riusciti (post autocelebrativo)

Quando:
– la prima puntata della nuova stagione di Seconda Visione va bene come se non ci fosse stata la pausa estiva (e domani si replica, ovviamente);
– alla riunione di condominio riesci a ricacciare in bocca a tutti i “credenti” i commenti razzisti, citando correttamente la Genesi;
– vedi l’ultimo film della Pixar e ti sembra di essere stato al cinema per la prima volta;
– la prima presentazione del tuo libro è affollata di amici ma anche di facce mai viste;
– la band che ha suonato meravigliosamente da te in radio di pomeriggio, al concerto, di sera, ti dedica una canzone;
– il tiramisù che hai fatto in diretta webcam in un’altra radio con mezzi di fortuna è commestibile;
– fai il dj per una delle feste della radio (non l’altra, la mia) più belle di sempre e, alla fine, verso le cinque del mattino, quando metti l’ultimo pezzo e saluti, ti fanno anche l’applauso,
non resta che fumare un sigaro e compiacersi.
Domani torno incazzato, tranquilli.

Di |2009-10-19T20:55:00+02:0019 Ottobre 2009|Categorie: I Me Mine|Tag: , , , , , , , , |4 Commenti
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