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Oggi alle 1535 va in onda l’ultima puntata della sesta stagione di Maps, il programma che conduco su Radio Città del Capo dall’ottobre del 2007. Questa sesta stagione segna, probabilmente, un punto di incontro tra due estremi: la massima realizzazione per quanto riguarda la mia “carriera” fin qui e uno dei periodi più difficili della mia vita, finora in effetti assai facile. Tra le altre cose, per la prima volta ho dovuto fare tutto da solo, senza collaboratori diretti alla trasmissione, senza nessuno vicino che, una volta a casa, mi consolasse delle difficoltà e mi mandasse a quel paese per le troppe lamentele. Ho condiviso, sì, le tantissime gioie di questi mesi, ma in maniera diversa, trovandomi per lo più da solo con me stesso a ripensare agli errori fatti (spero non molti) e all’affetto ricevuto (sorprendente).

Come al solito, ecco il post che trovate sul sito della radio dove potrete ascoltare in streaming o scaricare anche il sesto volume dei live fatti a Maps (74 brani, più di quattro ore e mezzo di musica, con una splendida copertina realizzata appositamente da Giacomo Nanni). Riascoltare le session per comporre la raccolta è stato un modo per ripercorrere questi mesi che posso solo definire intensi. Questo post, originalmente, era una sorta di “guida all’ascolto” della raccolta, pezzo per pezzo, in cui annotavo alcuni ricordi personali legati al tempo passato con i musicisti, ma ho deciso di cancellare tutto. Anche perché una delle cose che questi mesi mi hanno insegnato è stato che forse esporsi non è sempre saggio, considerando quanto lo faccio normalmente (e forse con un po’ di incoscienza).

Rimane solo la fine di quel post originario e cioè un grazie enorme a tutti, ma proprio tutti quelli che se lo meritano. Per chi dovesse essere “preoccupato”, si consoli: oggi finisce Maps, sì, ma domenica sono in onda e da lunedì (come l’anno scorso) passo al mattino con Aperto per ferie. Qualcuno sarà felice, altri si rassegneranno: del resto blaterare in onda è la mia vita da tanti, tanti anni. Per come è andata questa stagione di Maps, posso dire che, evidentemente, se inondo l’etere un motivo c’è e quindi c’è anche un motivo per migliorare ancora. Di strada ce n’è, eccome, ma, se me lo permettete, per un po’ mi riposo, penso alla strada (stradina) fatta e mi godo il panorama, sorseggiando (che immagine estiva) la proverbiale bibbita.