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Terapia

Talvolta, nella vita, diventa naturale o necessario troncare i rapporti con certe persone: spesso ciò deriva dall’intensità emotiva della relazione, le cui basi, però, non esistono più o sono state gravemente danneggiate.

Del rapporto tra me, i CCCP e i CSI (e infine i PGR) ho parlato in un post di qualche anno fa: l’ho riletto e concordo con molto di quello che ho scritto. Però la mancanza delle canzoni delle prime due incarnazioni della band non se n’è mai andata. Ho tutto, ma l’idea di risentire la voce di Ferretti, un tempo così vicina, ora distante perché indissolubilmente ormai legata alle sue sparate (diradatesi, per fortuna), mi ha sempre urtato. Certo, è capitato di accontentare richieste in radio e di passare le loro canzoni, ma spesso sono arrivati commenti degli ascoltatori che esprimevano bene il senso di disagio che si può provare nell’ascoltarle.

Insomma, ero malato, in un certo modo.

L’occasione è arrivata sabato sera, quando ha fatto tappa a Bologna il tour estivo che vede insieme Angela Baraldi e Massimo Zamboni alle prese con il repertorio dei CCCP e CSI. Sono andato scettico verso il concerto, ma è bastato che i due salissero sul palco e iniziassero a suonare insieme agli altri musicisti della band per ricordarmi di quanto siano semplicemente belle le canzoni di Ferretti e Zamboni.

Il concerto è stato sempre più coinvolgente, fino a quando Zamboni ha detto: “Questo concerto si chiama ‘Come una terapia’ e quindi… ‘Curami'”. La canzone è esplosa e io ho capito che effettivamente stavo facendo una terapia nel momento in cui questa si era conclusa. E mi sono goduto tutte le canzoni del bel concerto, anche quelle firmate da quell’uomo ora così distante, con gioia e partecipazione.
Quindi: addio, Giovanni. Sono riuscito a dimenticarti senza scordarmi di te.

Per grazia ricevuta – karaoke version

Capita venerdì scorso di essere in piazza Santo Stefano intorno all’ora dell’aperitivo. Un palco davanti alla chiesa, e sopra, a fare il soundcheck, i P.G.R. Sigla che starebbe per “Per grazia ricevuta”. Adesso però si chiamano P.G.G.G.R. “Però Giovanni, Giorgio, Gianni Resistono”. Il numero dei componenti di quelli che erano i C.S.I. diminuiscono, che manco in Dieci piccoli indiani, però il nome diventa più lungo. Misteri.
Non ho alcuna intenzione di vedere il concerto dei P.G.R., la sera di quel venerdì. Credo di essere stato già abbastanza fortunato a vederli a Montesole il 29 giugno 2001. Avevo appena dato un esame tremendo e pesantissimo, era andato bene. E la sera le stelle, il fresco e un concerto che ho sentito e risentito, ma che non riesco a staccare dal senso di pace e beatitudine interiore che stavo provando. Poi avevo sentito il disco in studio. Qualcosa di tremendo.
E dire che, ai tempi dell’uscita di Tabula Rasa Elettrificata, ho visto i C.S.I. dal vivo quattro volte in pochi mesi.
E dire che, ai tempi dei C.C.C.P., ascoltavo decisamente altro, tipo le sigle dei cartoni animati e True Blue di Madonna.
Non mi interessa più ciò che fa Giovanni Lindo Ferretti, perché non trovo più una briciola di ironia. Loro, tanto per fare un esempio, non si prendevano sul serio, anzi. Quando hanno iniziato a farlo, le cose sono andate male, e infatti hanno smesso di suonare insieme.

Insomma, sono lì che bevo una birra con C. e intanto ascolto quello che fanno sul palco. Abbozzi di taranta (orrore!), una ragazza che si dimena goffamente su un palo sullo sfondo: non so se faccia parte della coreografia, oppure se si tratti di uno sfogo personale suo.
Ci avviciniamo, curiosi. E inizia un pezzo che credo faccia parte del disco nuovo. Credo. Perché mi ritrovo a cantare il ritornello di “Fuochi nella notte”, e ci sta benissimo. Io canto “Chi c’è c’è e chi non c’è non c’è” sulla musica, mentre Ferretti canta tutt’altro. Funziona.
Il sorriso che ho quando me ne vado dalla piazza, ciondolando la testa, è amaro, non ironico. A che servono i P.G.R., o come si chiamano, oggi? Non tutto ciò che deve accadere accade.

P.S. Questo blog, ultimamente, parla molto di musica. Ma presto ci saranno post sulle diete estive, sulle attività per gli anziani in città, su quando e come prendere il sole.
Ah, non c’entra nulla, ma è una cosa curiosa e divertente. È nato H.

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