dio

madonna@madonna.god

Nella mail di questo blog è giunta, l’altro giorno, una mail dal titolo altisonante: “TERZA PARTE DEL SEGRETO DI FATIMA”. “Urca”, ho pensato, “finalmente la Chiesa si modernizza e fa spam.” Ma le mie aspettative erano sottodimensionate, infatti a scrivermi è stata la Madonna in persona, tramite il “Gruppo dell’Amore della Santissima Trinità”, che dice: “Siamo un gruppo di preghiera cattolico e divulghiamo i messaggi che la Madonna ci dona per il mondo intero”.

Il gruppo ha sede a Oliveto Citra, un paesino campano dove la Madonna è apparsa a dodici (eh) ragazzini nel 1985. Da allora la Madonna non fa altro che mandare messaggi, ma mica solo lei, eh: i messaggi li mandano Dio, Gesù, santi e arcangeli. Ogni tanto anche Bernadette, per non essere da meno: e poi lei di apparizioni ne sa a pacchi. Giustamente gli olivetani si vantano di avere questo corridoio preferenziale sconosciuto ai più e decidono di pubblicizzarsi con sito e mail.
Ma attenzione: la mail dice “Messaggio donato attraverso il gruppo dell’amore della Santissima Trinità”. Niente da fare: la Madonna ha delle preferenze e le dimostra pure. Per conoscere i suoi pensieri non possiamo che iscriverci ad una volgarissima newsletter. Nel seguito della mail la preferenza della Vergine per il paesino del salernitano viene riportata nel messaggio per il decennale dell’apparizione. In questa mail, missiva, lettera?, datata 4 luglio 2010, “decimo anniversario della prima manifestazione” (ma non era del 1985 la prima?), si racconta tramite l’uso quasi teatrale di parentesi e corsivo, qualcosa di incredibile.

“Quando la Mia Statua, che è nella Stella, piangerà lacrime di gioia, nello stesso momento anche a Fatima la Mia Statua piangerà lacrime di gioia, e tutti voi sarete grandi testimoni di questa Mia profezia. Ed è per questo che oggi avete assistito a questo prodigio che è accaduto anche a Fatima. (Mentre il cielo era limpido, con un sole di piena estate, all’improvviso si è annerito, piovendo a dirotto, con fulmini e tuoni; ma al momento della Manifestazione ha smesso di piovere e un raggio di sole ha invaso la Stella).”

E se pensate che a luglio ci possa essere un temporale estivo, be’: che siate dannati.

Neighbours 11

In realtà questo nuovo (e inaspettato) capitolo della saga che racconta le vicende dei miei vicini di casa, è uno spinoff dell’episodio numero nove, perché la protagonista è la stessa.
Caratteristica della mia vicina di casa è che la incontro sempre quando sono di fretta, e lei ha voglia di chiacchierare. Specifico: io, a dire la verità, sono sempre di fretta, e lei ha semprevoglia di chiacchierare. Quando è da sola, parla al telefono. Tantissimo, a voce altissima. D’inverno, chi se ne frega. D’estate, con le finestre aperte, capirete…Comunque, scendo trafelato le scale di casa, dopo avere mangiato qualcosa per pranzo. Un gradino dopo l’altro mi chiedo se quello che ho ingurgitato nei sei fantozziani secondi che posso concedermi tra il lavoro della mattina e quello del pomeriggio sia effettivamente commestibile. Poi mi domando  se, qualunque cosa esso sia, io l’abbia scartato. Passo velocemente la lingua in bocca, non sento traccia di cellophane, e… E lei è lì, davanti al portone del palazzo, apparentemente immobile.
– Ciao Francesco, come va?
– Ciao… Eh, – dico io ansimando – di fretta.
Ma queste parole hanno su di lei l’effetto di un granello di sabbia nel deserto. E la vicina inizia a parlarmi dei cazzi suoi. No, perché poi forse lei lo sa che, essendo inverno, non sento le sue telefonate, e quindi non sono mica aggiornato sulla sua vita. E infatti…
– L’hai sentita la mia cagnetta?
– No – dico io. Del resto è inverno, le finestre sono chiuse. Mi chiedo se la cagnetta, d’estate, farà delle interurbane. Semmai, internazionali, visto che…
– È uno Yorkshire Terrier, piccola così, e ha sempre voglia di giocare…
Il tempo scorre veloce, ma solo per me.
– È un cane piccolo – continua lei, e io capisco che non do l’idea di essere Piero Angela, ma so cos’è uno Yorkshire Terrier. – Pesa poco più di un chilo, ma arriva al massimo a un chilo e sei.
Ecco, alla quantificazione del peso massimo di un essere vivente, io vengo preso dallo sconforto, come se tutto fosse già disegnato, previsto, predetto. Mi immagino Dio che dice: “E questo lo chiamiamo Yorkshire Terrier, ecco, gli mettiamo dei peli qua, dei peli là… Massimo un chilo e sei, eh, che se no non ci stiamo coi conti. Segna.” E se uno Yorkshire Terrier volesse ingrassare fino ai cinque, dieci, mille chili? Non può? Posso prendermela con il Papa, in ogni caso?
Ma la vicina continua.
– Me l’hanno regalato i miei figli per Natale… Ma capisce tutto, anche se è piccolo…
Aridaje, sembra che voglia giustificarlo. Io, intanto, affascinato dalla Licia Colò del piano di sotto, sto perdendo secondi preziosi e autobus, insieme. Di colpo, l’illuminazione: non ho aperto bocca, ma so cosa dire per stroncare la conversazione, ho la frase. Ma la vicina, che ha un master in loquela, mi anticipa.
– Insomma, è un topo.
– Sì – dico io. Sposto il peso in avanti. – Be’, devo proprio andare.Dentro di me penso, mentre salgo sull’autobus: “Un chilo e sei.”
Di |2009-02-19T00:21:00+01:0019 Febbraio 2009|Categorie: I've Just Seen A Face|Tag: , , , , |1 Commento
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