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Il vecchio e il nuovo

Per chi, come me, è arrivato a Bologna a metà degli anni ’90, i Massimo Volume sono stati una presenza costante, voluta o meno. Io credo anche di essere andato ad un loro concerto, probabilmente intorno al 2000, o anche prima, nella vecchia sede del Teatro Polivalente Occupato, quando stava in via Irnerio. Poi per lungo tempo, non ho ascoltato, se non sporadicamente, i Massimo Volume.

PaoloMolti mi hanno parlato, negli ultimi anni, dei Franklin Delano: devo avere ascoltato qualche loro canzone, ma non li ho mai visti dal vivo. Poi, quest’estate, chi ha registrato il “loro” nuovo disco, mi ha detto: “Il nuovo progetto dei Franklin Delano è davvero bello.” Un paio di mesi dopo è arrivato un promo in radio, firmato Blake/e/e/e, intitolato Border Radio. Amore al primo ascolto.

Blake/e/e/e e Massimo Volume sono stati protagonisti del concerto di venerdì scorso all’Estragon, i primi come band di spalla dei secondi, che si sono sciolti nel 2002 e adesso si sono riformati. Sono due band diverse, davvero molto diverse: i Blake/e/e/e lavorano sulle suggestioni della musica, usano tanti strumenti, dal banjo alla chitarra, dalla steel drum alle percussioni. Quando li ho ospitati in Maps hanno detto che il loro disco è decisamente sifone-friendly*, ed è vero. Ma è un disco che affascina, intriga. È un lavoro in cui ogni canzone suona nuova e sorprendente, che mischia suoni e tendenze diverse tra loro, che richiama i modi tonali orientali senza sembrare ruffiano, che usa accorgimenti della musica indiana senza che ti venga da dire “E basta con ‘sti fricchettoni”. E tutte queste promesse sono mantenute dai Blake/e/e/e anche dal vivo: mezz’ora ipnotica e bellissima, che ha attirato e fatto ululare anche molto del pubblico che venerdì era all’Estragon solo per i Massimo Volume.

Mimì closing eyesI Massimo Volume, invece, spostano il peso del corpo tra le bellissime parole di Clementi e le musiche dei validi elementi che hanno fatto parte della band negli anni. L’aggiunta di questa reunion è quella di Stefano Pilia, uno che conosco da anni, e che ho visto suonare numerose volte, ma di cui non avevo mai veramente intuito lo spirito rock da animale da palco (espressione logora e abusata? Guardatelo dal vivo e poi ne riparliamo). Perfetti Egle Sommacal e Vittoria Burattini, scatenato Pilia, come dicevo, e Clementi che ci crede. Ecco, forse, il segreto. Crederci, veramente e in maniera assoluta. Ma credere a quello che si dice, che si canta e si suona, senza pensare ad altro. La scommessa era quella di vedere, dopo le tonnellate di riff, rullate e altro che ci siamo sorbiti dal 2002 ad oggi, se la musica dei Massimo Volume fosse ancora valida. Lo è. L’altra scommessa era verificare se le parole di Clementi, le sue visioni urbane dei sentimenti, colpissero ancora. Vinta anche questa.

Il risultato è che il concerto di venerdì è stato non solo uno dei più belli, ma soprattutto uno dei più sinceri che abbia mai visto. E credetemi che di sincerità, nel mondo della musica come in altri, non ce n’è mai abbastanza.

Blake/e/e/e live@Estragon: set fotografico
Massimo Volume live@Estragon: set fotografico

Pronti, partenza, via. Da tutto

Latito io nei confronti di me stesso, figuriamoci il blog.
Comunque, come si conviene, i saluti prima delle vacanze. E qualche regalo.

Me ne vado per dieci giorni in un paese sperduto in un’isola croata, che vedete nella foto. Obiettivi minimi: considerando la sfiga che si è abbattuta su di me negli ultimi mesi, mi basta che la camera dove alloggio non prenda fuoco, né venga travolta da un’onda anomala (beffardamente intervenuta per domare le fiamme).

Ma non vi lascio senza niente. Intanto, scaricate Live@MAPS vol. 1, un doppio cd gratuito con il meglio dei live che ho ospitato nella prima stagione della trasmissione che è finita venerdì scorso, e riprenderà a settembre. Tutte le info qua.

E poi, un assaggio del libro, che dovrebbe uscire tra la fine di questo mese e l’inizio del prossimo. Qui c’è la copertina e qui potete scaricare “la titletrack”, cioè il racconto che dà il titolo alla raccolta, “La guerra in cucina”.

Ci si risente dopo la metà di agosto. E ancora una volta il blog festeggia il compleanno in contumacia del suo padrone. Del resto, aprire un blog a Ferragosto… Sono cinque anni. Cinque anni. Ok. Meglio andare.

RadioCose

Dice, ma come va con la radio? Ma va bene.
È andato in porto il secondo progetto che ho co-curato per il ventennale di Radio Città del Capo: dopo Fellini alla radio ecco a voi Matite per la radio, una serie di opere inedite di fumettisti più o meno famosi creata apposta per festeggiare RCDC. E domani celebriamo l’uscita del cofanetto con una festa che mi vedrà in consolle insieme ad altri amici, colleghi, fumettisti e dj.
Pitchfork, la snobzine più amata dall’indiepianeta, continua ad apprezzare Maps, la trasmissione che conduco ogni giorno dalle 16 alle 1730: grazie a don Clancy, coautore e fondamentale “master of puppets”, ecco un altro live della trasmissione sparato oltreoceano.

Quando la stanchezza viene ripagata, si sa, sembra un bel po’ più sopportabile.

Lamerica

Sono cose buffe: nel giro di ventiquattro ore sbarco due volte negli USA (telematicamente parlando, ovviamente).
Prima con il sito di Maps, che viene ripreso dall’autorevolissima snobzine Pitchfork.
Poi con una mia foto che viene inclusa nella guida di New York di… Schmap.

Maps, Schmap.

Che faccia tutto parte di un disegno universale e che si stiano faticosamente congiungendo i puntini che lo compongono?

Se

Se dovessi elencare tutte le cose che sto facendo in questi giorni, non basterebbero mille righe.
Se tutto quello che sto ideando, pensando, progettando, rifinendo, chiudendo in questi giorni dovesse andare in porto, potrei diventare ricco&famoso, addirittura.
Se non sapessi come possono andare male le cose, scriverei questo post in corpo 72, e avrei un sorriso meno dolce di quello che ho adesso.
Se le giornate fossero di trenta ore, avrei comunque poco tempo per fermarmi a respirare.
Se amici e conoscenti si sposassero con il ritmo con cui stanno convolando a nozze tutti in questo periodo, passerei i fine settimana in giro per matrimoni e basta.
Se avessi lo spazio mentale di pensare a qualcos’altro rispetto alle mille cose che sto facendo, scriverei qualcosa di diverso, qui.
Se non continuassi ad amare la scrittura visceralmente come faccio, avrei fatto passare qualche altro giorno prima di aggiungere delle parole a questo blog.
Se avesse un sito, ve lo segnalerei: ma comunque, anche senza sito, lunedì prossimo alle 16 parte la nuova trasmissione del pomeriggio su Città del Capo – Radio metropolitana. Si chiama Maps, e altro preferisco non dire.
Se fosse qualcun’altro a condurla, mi sperticherei in lodi preventive, ma ai microfoni ci sarò io, e quindi non mi pare carino.

Vi aspetto, però. In streaming qui o sui 96.250 e 94.700 MHz a Bologna e provincia.

Se sapessi dove sono diretto davvero, vi darei un appuntamento alla meta.
Ma intanto, vado.

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