medley

Muratori

E quindi tra oggi e domani i muratori che mi hanno “accompagnato” negli ultimi quaranta giorni (numero quaresimale, me ne rendo conto solo oggi) dovrebbero levare le impalcature dal pozzo luce su cui si affacciano quattro quinti delle finestre di casa mia. Ieri li ho aiutati a rimettere a posto gli scuri e ho scambiato due chiacchiere con loro.

Avrei voluto chiedere come mai cantassero dei medley straordinari che iniziavano con “Dammi una lametta” della Rettore e si concludevano con “Hanno ucciso l’uomo ragno” con, però, il testo cambiato per cui qualcuno alla fine subiva una sodomia.

Avrei voluto chiedere quanto guardassero in casa d’altri o se era talmente normale nel loro lavoro avere accesso all’intimità altrui che non ci facevano neanche più caso.

Invece ho chiesto da che parte della Sicilia provenissero: dall’accento mi sembrava Palermo o dintorni. “Siete tutti siciliani…”, ho cominciato, prendendola larga. Stavo per continuare, ipotizzando la provincia capoluogo dell’isola come luogo, ma l’uomo al quale mi rivolgevo mi ha “parlato sopra”: “Tutti siciliani siamo. Tutti parenti, cognati, cugini…”.

Poi qualcuno l’ha richiamato giù, mi ha salutato con un gesto e si è calato lungo una scaletta di ferro.
Rimarrò col dubbio: un’uscita di scena tale vale più di qualsiasi curiosità nozionistico dialettale.

Di |2024-05-26T17:40:52+02:0020 Luglio 2011|Categorie: I've Just Seen A Face|Tag: , , , , |2 Commenti

Elio e le storie nuove

Andando all’Arena Parco Nord, mercoledì, mi dicevo: “Pubblicherò sul blog qualcosa a proposito del concerto, ma sarà la terza volta che parlo di Elio e le storie tese. Mi limiterò a delle foto.”
Quando “John Holmes” ha aperto l’ennesimo concerto che vedo del simpatico complessino, ho avuto per un attimo il sentore della noia, e mi è balenato per la testa il pentimento per avere prenotato (come ogni volta) il cd brulè.
Eppure mi hanno sorpreso, anche questa volta.
Intanto perché hanno sopperito all’assenza di Rocco Tanica (in studio a Milano a lavorare al nuovo disco della band, che pare esca a gennaio) con un tastierista misterioso (Jantoman? Claudio Simonetti? Johann Sebastian Bach?) e con Vittorio Cosma, che si è presentato con il nome di Clayderman Viganò. Il tutto ha funzionato egregiamente sin dall’inizio, con i brani ormai rodati. Ma poi, stupore, gli Elii hanno eseguito “Oratorium”, una canzone uscita solo su singolo e hanno continuato con “Christmas with the yours” con Graziano Romani sul palco a cantarla come nella versione originale. Ci è stato dato un assaggio del nuovo disco con “Parco Sempione”, che spero diventerà l’inno nazionale di chi si oppone ai bonghisti della domenica (e so che siamo in tanti a desiderare di forare pelli di tamburo).
E ancora, un medley che è stata l’ennesima prova del fatto che la band è veramente padrona di una tecnica superlativa: sono state messe insieme “Pipppero”, “La chanson”, “Discomusic” e “Born to be Abramo”.
A quel punto lo scontato finale con “Tapparella” è stato comunque salutato da un coro di “Forza panino”.

E voi direte: sì, vabbè, ma ci fai sentire qualcosa? E come no: a voi foto e video, proprio di “Parco Sempione” (trovate altri video del concerto qua).

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=EYeMw1tiQEk]

Fans

Leggevo recentemente dei problemi che ebbe la copertina del primo disco dei Residents. La presa in giro, nel titolo, e soprattutto nella grafica di copertina, del primo disco dei Beatles uscito in America, per la Capitol, è evidente. E pare che siano stati proprio i fan dei Fab Four a lamentarsi per primi, parlando di “lesa maestà”, o qualcosa del genere. Nelle note di copertina della nuova ristampa del terzo disco dei Residents, a sua volta “problematico” in quanto riportava alcuni simboli nazisti, il curatore della nuova edizione diceva, a proposito di Meet the Residents, che probabilmente i Beatles erano molto più intelligenti dei loro fan e non se l’erano presa per niente per quello che avevano fatto i Residents.

Mi piacerebbe mettere alla prova i fan dei Beatles con questo. Si tratta di un medley di canzoni dei quattro rifatte da Frank Zappa l’otto marzo 1988, spingendo lievemente sul versante pornografico. Leggero, innocente e sporcaccione come una canzoncina di bimbi. Sentitelo, nel file zip c’è anche il testo.

Ringrazio per il dono il caro fratello di parole, tornato finalmente alla scrittura.

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