Umbria, Texas
Quando, nel pomeriggio di un paio di giorni fa, ho scattato una foto (che campeggia, un po’ modificata, anche lassù), ho pensato subito al titolo che le avrei dato se l’avessi pubblicata su Flickr. Mi trovavo in un agriturismo dell’Umbria settentrionale, dove il giorno prima mi era stato servito del fegato d’agnello: appena ho visto il teschio appoggiato a un palo, a qualche metro dal luogo dove alloggiavo, ho pensato che doveva essere per forza la testa dello stesso animale che mi era stato servito nella cena precedente. Ovviamente non poteva essere così, ma ci ho fantasticato su per un po’, non senza provare di disagio .
Non sapevo però che, qualche ora dopo avere scattato quella foto, avrei riprovato quella sensazione.
La proprietaria dell’agriturismo parlava alle persone sedute a un tavolo vicino dei borghi da visitare nei dintorni. Nominò un paesino poco distante, spiegando come fosse passato alle cronache di recente non tanto per la sua indiscussa bellezza, quanto per un episodio di cronaca nera. La signora ha raccontato che un uomo, psichicamente instabile, aveva ucciso a coltellate il fratello sotto gli occhi della madre. Arrestato, era morto d’infarto in carcere il giorno dopo.
La donna ha concluso il racconto nel silenzio. Si è presa poi le mani una nell’altra e ha detto “Giustizia è fatta”.
Appunto: Umbria, Texas.

Arriviamo alla cena dell’ultimo giorno
per la tal sagra, al tentativo di battere il record di persone che formano una catena umana intorno a un lago. La coppia A ha invitato la coppia B a unirsi alla prova: lei-B quasi quasi ci stava. Si è poi parlato di traffico, di stile “rusticato” (di cui Maschio-A sapeva tutto), di orari di lavoro, di souvenir (seriamente), di educazione dei figli con annesse prove che alla fine si può anche stare senza cellulare. A quel punto il maschio-B ha detto che “Non si può tornare indietro” e ho avuto l’impressione che si riferisse alla scelta dei posti per la sera.
La seconda cena viene affrontata con il bagaglio di conoscenze del
Alle sette e quaranta del mattino udiamo dei suoni emessi dal bambino nostro vicino, ai quali presto risponde l’altro bambino, convincendo infine ad unirsi al chiacchiericcio i quattro genitori: i campani si sono svegliati.
“Non si finisce mai di imparare” e “Al peggio non c’è mai fine”: se dovessi riassumere l’ultima esperienza conviviale che ho vissuto, userei questi due modi di dire. Banali quanto volete, ma veritieri. Ma cominciamo dalla cornice: un agriturismo della campagna umbra nel quale ho passato il ponte appena trascorso. Ci spiegano che la cena viene servita alle otto e ci mostrano la sala da pranzo: un refettorio, con tavoli lunghi e sedie tutte intorno ad essi. “Siamo un po’ francescani nello spirito”, ci dicono. Siamo a due passi da Assisi: cosa si vorrà mai essere?
comportano allo stesso modo: ci sono gruppi di quattro o sei persone che chiacchierano amabilmente tra loro. Sono gruppi preesistenti, compagni di viaggio, o si sono formati spontaneamente? Molte coppie, però, hanno un’aria quasi penitenziale, mentre mangiano. Probabilmente l’abbiamo anche noi.