radio città del capo

Mai avrei creduto di…

Stilare una lista dei migliori dischi dell’anno. Un po’ perché non credo di avere la competenza necessaria per farlo: non sono sempre così attento alle ultime uscite. Un po’ perché mi stanno sulle palle le liste. Comunque, stavolta l’ho fatto, per questioni di partecipazione. Mi sono messo e ho visto che, nel 2006, mi sono passati per le mani e per le orecchie poco più di una quarantina di dischi. Sulle prime ho pensato “Sono veramente pochissimi: sicuramente molti molti di meno di quelli che hanno ascoltato colleghi radiofonici e blogganti vari”. Ma poi ho fatto un calcolo: quaranta dischi in dodici mesi fanno un disco ogni nove giorni. Poco meno di un disco nuovo, inedito, mai sentito prima alla settimana. E come si fa?  L’ho sempre pensato: la bulimia musicale è tremenda, il rincorrere sempre e comunque il nuovo, abbindolati da varie copertine e home page che parlano ad ogni uscita di capolavori e di gruppi stratosferici, il consumare nella maniera più tremenda la musica è male. Si rischiano di prendere fischi per fiaschi, e arrivare a pensare che, facendo un parallelo letterario, l’Iliade l’abbia scritta Baricco. Signori: gli anni che vanno dai ’50 ai ’70 sono la nostra antica Grecia. I classici vanno studiati. (Bum. Ah, per inciso, se volete vedere la lista, è sul forum di Città del Capo – Radio Metropolitana, più precisamente qua.)

Andare a vedere un concerto dei Living Colour nel 2006, anzi, quasi 2007 – sempre a proposito di musica vecchia. E quindi domani li vedrò con la formazione originale. Che vi devo dire? Secondo me sono molto sottovalutati, sono stati un’ottima band a cavallo degli anni ’80 e ’90. Un periodo tremendo, stretti tra il metal e il grunge. Però Stain, nonostante non sia il loro lavoro migliore, non mi stanca mai (e se domani dovessero fare “Nothingness” in versione acustica, i miei singhiozzi copriranno la loro musica).

Suonare questo pomeriggio con Jon Spencer e gli Heavy Trash. Sì, ho un po’ barato, “suonare” non è la parola esatta. Ma insomma, quando qualcuno nei dischi batte le mani è accreditato, sotto la voce “handclapping”, no?

Partners

No, giusto una breve nota per dirvi che domani a Sparring Partner c’è Paolo Sorrentino che chiacchiererà con me, Fede MC e con voi del suo ultimo film L’amico di famiglia. Non al telefono, proprio negli studi della radio. Se avete domande, usate la sezione “contatti” di Sparring Partner. Se arrivate tardi c’è il podcast e anche l’archivio audio. Non dite che non eravate stati avvisati.

Poi mercoledì c’è al telefono Giampaolo Felici degli Ardecore.

Ecco l’intervista!

 

E poi inizierò anche a scrivere sul blog di Sparring Partner. Appena la Clone Inc. mi consegna un altro me, che si occuperà anche di rispondere a mail piacevoli, scrivere regolarmente qua, riprendere il fotoblog, andare a bere le birre.

Ultim’ora: Paolo Sorrentino ha la febbre, quindi, come da scaletta, oggi si parla di Caravaggio. Butta via.

Ma alla fine l’intervista a Sorrentino l’ho fatta…

Sparring Parte

Oggi è un giovedì freddo, quindi non estivo, e il mio istinto sarebbe quello di preparare i dischi, pensando a come ammorbarvi durante il mio programma Monolocane. Ma, come i più attenti di voi già sapranno, il programma è finito. Non è finita, però, la mia presenza in etere, eh no. Speravate, voi.

Da questa settimana, infatti, è iniziato Sparring Partner, il mio nuovo programma, che va in onda dal lunedì al venerdì, dalle 10.40 alle 11.30, sempre sui 96.250 e 94.7 MHz di Città del Capo – Radio Metropolitana di Bologna. Ogni giorno un ospite per “cinquanta minuti di cultura senza k”, come recita il sottotitolo. E io ci sto provando, a parlare di “cultura” senza essere imbalsamato, troppo gggiovane, o marinosinibaldesco. Esiste la terza via? Ed è quella che ho preso? Ditemelo voi. Intanto io vado a Londra per il fine settimana a rinfrescarmi le idee e a scoprire nuove tendenze (si dice sempre così, no, quando si va a Londra).
A lunedì, quando avrò come ospite nientemeno che Stefano Bollani, e tanti altri ne seguiranno ancora.

Sparring Partner è ascoltabile in streaming anche dal presto ricchissimo sito ufficiale (cari amici che l’avete creato, insieme a tutto il resto, mai vi ringrazierò abbastanza), ma ha anche il podcast. Vuoi sapere come (fare)? Clicca sulla pagina web della trasmissione, o sull’argomento in questione sul forum della radio e chiedimi come! E se vuoi essere sempre informato sulle scalette di Sparring Partner, mandami una mail! In omaggio una mountain bike con cambio Shimano.

Minilocane

I post che avrei voluto scrivere in questi giorni dovevano avere altri argomenti: il mio ritorno stagionale nel borgo natìo e il decennale della mia presenza a Bologna. Ma spesso, qui, il giovedì o il mercoledì, ho annunciato la puntata di Monolocane, soprattutto quando ho avuto ospiti particolari, o dischi belli da farvi sentire, o altro.

Beh, quella di oggi sarà l’ultima puntata di Monolocane. Una cosa che fa a pugni con quello che c’è scritto un po’ più in giù nella pagina: ma del resto non pensavo che la prima puntata sarebbe stata anche la terzultima. Ma prima di inviare sdegnate lettere alla direzione di Città del Capo Radio Metropolitana, sappiate che la mia voce, dalla prossima settimana, infesterà l’etere molto più di quanto l’abbia fatto fino ad adesso. Il match è tutto da cominciare.
Resta il fatto che quella di stasera sarà l’ultima puntata di Monolocane. Non so cosa succederà: dipende anche da voi. Forse durerà di più, forse no. Comunque, è il caso di dirlo: stay tuned.

Vuoi sentire l’ultima puntata di Monolocane per poi vantarti con gli amici? Bravo! Se sei a Bologna, prendi il tuo apparecchio radiofonico a valvole, accendilo e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei un ragazzo del duemila o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

Monolocane: anche iss' adda finì

Ebbene sì, amiche e amici, siamo arrivati alla fine della stagione 2005-2006 di Monolocane. La terza? La quarta? Non ricordo. Comunque, questa sera dalle 2230 alle 0030 avrete l’ultima possibilità, almeno fino ad ottobre, di sentire gli annunci di “No Accademia, No DAMS”, le notizie piccanti di “Tengo una minchia tanta” e soprattutto le mie enormi, numerose, fastidiosissime cazzate.

A fare da contraltare, come ospiti speciali, i Bonnie&Clyde della blogosfera, il Fruttero e Lucentini della scrittura erotica, insomma, quei due simpatici pisquanazzi di Magenta e Woland. Si va a braccio, eh.

Siateci.

Vuoi sentire Monolocane? Ma dai, davvero? Ehi, sei un tipo ok, amico! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

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Tutta la Pulsatilla minuto per minuto

Care e cari (come sono papale, a volte), il blog va a rilento, cioè in maniera inversamente proporzionale al mio ritmo di vita. Ma la trasmissioncina resiste (e presto ci saranno novità anche per l’altra).
Stasera avrò come ospite telefonico Pulsatilla, la donna che ormai è sulla bocca di tutti, e che mi vanto di conoscere ormai da qualche annetto, prima che balzasse agli onori della cronaca per il suo libro. Parleremo quindi de La ballata delle prugne secche, ma anche di altro, senza scaletta, senza rete, un po’ come se parlassimo solo io e lei. Quindi, dalle 2230 di stasera, vi attende una perversione voyeuristica-uditiva. Immancabile.

Vuoi godere anche tu nel sentire Monolocane? Ehi, allora ok, amico! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

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Morozzi e la dura legge della musica

Ci sono, ci sono. Solo che con una casa da sistemare, un lavoro al pomeriggio (accettato per sistemare la casa), uno alla mattina (che speriamo continui ad esserci) e varie ed eventuali (che non specifico per una forma di pudore che – incredibile – ancora ho), mi manca solo da pensare al blog. Insomma, ho anche da fare un paio di programmini alla radio, ed ecco che, magicamente, questo post(o) si trasforma in una specie di Radiocorriere TV.

Ma stavolta presento un vero evento. Stasera a Monolocane l’amico – numerose volte ospite – Gianluca Morozzi presenta il suo nuovo libro L’Emilia o la dura legge della musica, che (udite udite) deve ancora uscire nelle librerie (data prevista: 15 giugno). Insomma, ho avuto l’esclusiva mondiale. O almeno così mi ha detto Morozzi.
Quindi oggi dalle 2230 parleremo per almeno un’oretta della musica che si è sviluppata lungo la via Emilia, a Bologna, a Carpi, a Reggio, a Modena… vabbè, guardatevi una cartina.
Siateci. Anche perché:
1. quando mai Monolocane avrà un’altra esclusiva mondiale?
2. quando mai a Monolocane passerà – che ne so – una canzone di Guccini o dei Modena City Ramblers?

Vuoi sentire Monolocane? Sicuro? Ehi, allora ok, amico! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. Basta cliccare qua.

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Radio Cassa Dritta

Discoinferno – Storia nel ballo in Italia 1946 – 2006 è un gran libro. Non lo dico mica per piaggeria: è ben documentato, divertente, scritto bene. E che vogliamo di più? Beh, veramente sarebbe stata una chicca (costosa, me ne rendo conto) fare un’edizione deluxe con tanto di cd allegato con alcuni dei pezzi citati dagli autori. E su un cd ce ne starebbero un decimo, tanto per dirvi quanto è estesa e puntuale la trattazione.

E quindi stasera a Monolocane ne parleremo con uno degli autori, Fabio De Luca, in diretta al telefono, a cui  non rubo un quarto d’ora del concerto dei Belle&Sebastian, perché è stato ieri. Ma dei B&S non parliamo, pietà.

Vuoi sentire Monolocane? Bene! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. È facile! Dai! Eh! Basta cliccare qua.

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agenda.splinder.com

Dopo qualche post che andava un po’ oltre il mero elenco di cose che devo fare, torniamo all’uso del blog come agenda. Ma chissà, magari qualcosa può interessare anche voi.
Domani, martedì, alle 18 circa intervisterò di nuovo Matteo B. Bianchi a proposito del suo Esperimenti di felicità provvisoria, all’interno di Humus.
Giovedì, invece, alle 18 presenterò il libro di Matteo nella libreria Modo InfoShop.
E nella stessa serata sarà mio grande onore avere ospite a Monolocane Militant A, con cui parlerò in diretta dell’ultimo disco degli Assalti Frontali, Mi sa che stanotte.

Ecco l’intervista!

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E già che siamo allo sputtanamento, autopromozione: è uscito Quando suona la campanella, che contiene un mio racconto. Compratelo, tanto non ci guadagno niente.

Prossimamente su questi schermi: una nuova Ikea Experience e “Vivere in un film può non essere bello se il film è questo.”

Esperimenti riusciti

Succede raramente di finire un libro e, sull’onda dell’emozione che le ultime parole hanno6a7cdef98fd1ba9dd08d42ac1b5fbc11 lasciato, chiamare direttamente l’autore al telefono per ringraziarlo. L’ho potuto fare non appena ho chiuso Esperimenti di felicità provvisoria, di Matteo B. Bianchi (non che conosca molti scrittori, eh: ho avuto solo modo di presentare un paio di volte un libro di Matteo, e lui ha pubblicato un mio racconto su Linus. Detta così sembra uno scambio di favori. Oh, insomma).
In realtà non so dirvi se Esperimenti è un “bel” libro. Non l’ho letto con gli occhi del critico, visto che non lo sono, ma neanche con lo sguardo almeno un po’ “tecnico” di chi alla fine ha a che fare da anni con le parole scritte . O meglio: ho iniziato a leggere con questo spirito, e in principio ho anche avuto una certa difficoltà a seguire le varie vicende incrociate dei personaggi. Ma il giorno dop ho ripreso in mano il libro e non ho più smesso: un po’ come quando si esce con molte persone nuove e interessanti (caso raro, è vero). La prima volta si fa fatica a ricordare i nomi, la seconda pare che ci si conosca da una vita e si cerca di stare insieme tantissimo.
Matteo parla di amore, di amori, di passaggi. Parla di ragazzi eterosessuali che sperimentano l’omosessualità e viceversa. Ma una volta tanto l’esperimento non è cruento, estremo, da film porno. Si tratta di esperimenti che hanno più a che fare con l’emotività e le emozioni che con i corpi, e in questo perdono ogni tipo di qualsivoglia connotazione “di genere”, e acquistano in riconoscibilità. In fondo ogni amore (omo o etero) è nuovo e soprattutto diverso, lasciando pure tutta la forza che questo aggettivo ha. Non c’è spazio per un’omosessualità urlata: semmai ad essere urlato è il “tradimento” di cui viene accusato chi ha voluto “distinguersi” per avere avuto dei contatti con la cosiddetta altra sponda, qualunque essa sia.
I personaggi sono umani: fanno lavori normali (e finalmente una scrittrice viene rappresentata come una-che-scrive-di-mestiere, senza sforare nell’idealismo da maudit o nella vecchia crudezza di “un dollaro a pagina”), hanno case normali, sono normalmente sicuri, deboli, insicuri e forti al tempo stesso.  E gli esperimenti, soprattutto, sono provvisori: ma non perché avere provato qualcosa di diverso sia sbagliato o contronatura (qualsiasi sia la natura dalla quale “si parte”). Semplicemente talvolta accade che le storie finiscono, senza che succeda qualcosa di eclatante, che si chiudano così come si sono aperte, come un libro.

Parlerò di Esperimenti di felicità provvisoria stasera: infatti Matteo B. Bianchi sarà gradito ospite telefonico di Monolocane, in onda dalle 2230.

Vuoi sentire Monolocane? Bene! Se sei a Bologna, prendi la tua vecchia radio, accendila e sintonizzati sui 96.3 o 94.7 MHz. Se sei altrove o non hai un apparecchio radiofonico, usa il computer. È facile! Basta cliccare qua.

Ecco l’intervista!

[mixcloud https://www.mixcloud.com/Monolocane/monolocane-23-marzo-2006/ width=100% height=120 hide_cover=1]

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