live

Gente che suona divinamente

Non è per sfiducia, ma se dovessi dare sempre ascolto a tutti quelli che mi dicono “Devi ascoltare/vedere/sentire la band X: è la cosa più incredibile del cosmo“, non avrei neanche tempo per mangiare. Come però feci per Springsteen, riconosco in questa sede che tutti quelli che mi hanno detto cose magnifiche dei Wilco dal vivo, avevano ragione da vendere.

Cliccando sull’immagine qua sopra potete leggere perché ho dato quattro stelle e mezzo su cinque nella recensione scritta per Jam di questo mese sul concerto tenuto dalla band di Tweedy all’Estragon ormai due mesi fa.

Di |2024-05-13T00:10:29+02:0014 Maggio 2012|Categorie: I'm Happy Just To Dance With You|Tag: , , , , |0 Commenti

Ritorno alle radici


Se qualcuno mi avesse detto “Tori Amos è tornata alle sue radici”, musicalmente parlando, mi sarebbe preso un colpo: già è un po’ che la mia beniamina non tira fuori un album convincente, ma addirittura arrivare ai “fasti” cotonatissimi di Y Kan’t Tori Read mi sarebbe parso esagerato, persino come suicidio pubblico. Sebbene l’ultimo Night of Hunters sia quanto di più lontano possibile dall’esordio della musicista, è un disco che va a pescare ancora prima: le notizie che sarebbe uscito per Deutsche Grammophon erano un chiaro indizio, ma che l’album avesse un’impronta così classica è stata una sorpresa.

Curioso, poi, il fatto che il titolo del primo disco si riferisse alle lamentele degli insegnanti dell’istituto di musica prestigioso che Tori frequentò da bambina-prodigio sul fatto che non volesse leggere la musica (classica, ovviamente). E invece la pianista la riprende in mano, aiutata da un illuminato produttore dell’etichetta tedesca (ce lo raccontano nel dvd allegato al disco), e prende secoli di musica per creare un ciclo di canzoni… be’, un po’ troppo alla Tori Amos, tematicamente parlando, ma interessanti. Il tutto con voce, piano, fiati e quartetto d’archi.

Quest’ultimo è anche in tour con la musicista: qua sopra potete leggere la recensione che ho scritto sul concerto milanese di più di un mese fa per il numero di Jam in edicola questo mese. Tre su cinque, che è anche il voto che darei al disco. Non sappiamo se Tori ora sappia leggere la musica classica o meno, ma la suona bene. Che sia la strada buona?

It’s the end (as we know it)

Michael Stipe

Sperando che la dignità che li ha sempre contraddistinti si mantenga, e che quindi non si rimettano insieme tra due anni, dico ciao e grazie di tutto ai R.E.M., pensando che, alla fine, una volta dal vivo li ho visti (e ho fatto delle foto e dei video a cui sono davvero legato).

Cuori e cappellini di lana

Mi ricordo bene di quando vidi il video di “Disillusion”: più di dieci anni fa mi colpii questo bizzarro personaggio che portava la gente sulle spalle in giro per New York. Mai avrei pensato che, una decina di anni dopo, Badly Drawn Boy sarebbe arrivato nella mia trasmissione per suonare dei brani in acustico e fare due chiacchiere. È stato l’ultimo live della quarta stagione di Maps e, quella sera, Damon Gough ha suonato in Vicolo Bolognetti.

Quella che vedete là sopra è la mia recensione del concerto, pubblicata sul numero di “Jam” in edicola in questi giorni. Cliccate, leggetela, comprate il giornale. Nel frattempo, qua sotto, ecco una cover degli Smiths fatta in radio e filmata da LessTV: a momenti scoppiavamo in lacrime…

Il vero ultimo giorno di lavoro

Lo so, lo so: mettere i dischi è qualcosa di talmente divertente che chiamarlo lavoro è esagerato. Però rientra in quelle categorie di attività legate a orari, obblighi e comportamenti che è assimilabile a un lavoro.
Quindi, dopo l’ultima giornata di lavoro-della-mattina il 28, l’ultima puntata di Maps del 29, l’ultima puntata di Pigiama Party del 31, eccoci all’ultimo dj-set della stagione. Insieme al prode Michele Restuccia, sempre nel quadriportico felsineo di Vicolo Bolognetti, stasera avrò l’onore e il piacere di muovere gli astanti restanti dopo il concerto di The Thermals e Polvo. I Polvo. E chi se li ricordava più?
Danze dionisiache per dire “benvenute” alle vacanze. Aspettovi.

Circondato dai Massimo Volume

Il caso ha voluto che due dei quattro Massimo Volume (che suonano domani all’HanaBi a Marina di Ravenna) saranno intorno a me oggi.

Questo pomeriggio dalle 1530, nell’ambito delle “Prestigiose co-conduzioni femminili dell’ultima settimana della quarta stagione di Maps”, sarà con me ai microfoni Vittoria Burattini, la batterista della band.

Questa sera, invece, metto i dischi (insieme a Enzo “aggiusta i medi” Polaroid) al Bolognetti on the Rocks dopo il concerto di Egle Sommacal, uno dei due chitarristi dei Massimo Volume.

Ascoltate, venite, ballate.

Ho decisamente bisogno di una pausa

E la prova è che l’altro giorno ho preso in mano l’ultimo numero di “Jam”, l’ho sfogliato, e mi sono ricordato solo vedendo la mia firma in fondo a un pezzo che era uscita la recensione del concerto dei Black Heart Procession a cui ho assistito a fine maggio.

Come al solito, potete comprare il giornale o leggere a scrocco l’articolo cliccando sull’immagine sopra. Ma comprate “Jam”, che è bello, su.

Che bello, 5000 amici, due chitarre e…

Forse di spinelli ieri notte in piazza Castello a Ferrara ce n’erano: in ogni caso il finale del concerto di The National è stato qualcosa di emozionante. Quella “Vanderlyle Crybaby Geeks” che chiude l’ultimo High Violet, suonata dalle due chitarre acustiche senza amplificazione e qualche fiato davanti a 5000 persone che cantano tutte insieme. Se mi è tremata la mano nelle riprese, quindi, giustificatemi.

John e Dylan su Jam

Il nuovo numero di Jam ospita due mie recensioni: la prima è una rielaborazione del post che ho scritto sul meraviglioso live di John Grant, l’altra, invece, riguarda Dylan Carlson e gli Earth, che sono passati dal Locomotiv di Bologna qualche settimana fa.

Come al solito, se cliccate sull’immagine qui a fianco potete forse leggere qualcosa. Se no, comprate il giornale!

Torna in cima