silvio berlusconi

Barely Italian

Sapete, nel caso quello là, dai, la cosa che mi ha sempre insospettito è: ma possibile che in un Paese in cui la pratica dell’occultamento, insabbiamento, deviazione, controllo dell’informazione è ormai a dei livelli magistrali, il Caro Premier e il suo staff si siano fatti scappare questi episodi?
Però oggi il Corriere pubblica la lettera in cui Gino Flaminio, ex-fidanzato della sgallettata, chiede scusa a Berlusconi, alla ragazza, al panettiere sotto casa, ai suoi parenti, all’elettrauto, eccetera. Questa lettera è la prova che l’entourage del Caro Premier è di nuovo attivo: è evidente, infatti, che Gino non l’ha scritta di sua volontà. Lo stile è inconfondibile: gli è stata dettata da Capezzone.

Esternazioni

Stefano Disegni continua a mandare strip alle mail nella sua rubrica, tra le quali c’è anche la mia. Come non condividere anche questa, dopo lealtretre?

Dopo “Obama abbronzato” e l’allegro “cucù” alla Merkel, ora le scuole che “crollano per fatalità”. Toh, che strano, è crollato un soffitto sotto i limiti della sicurezza, quando si dice il caso. Quest’uomo ormai apre bocca e gli dà fiato. E una moltitudine di servitori stipendiati accorre a giustificare. Non so voi, ma io non ce la faccio più, e mi sfogo così.
Stefano Disegni

Non ce la faccio più neanche io, caro Stefano. E non sono manco capace di disegnare.
(Al solito, cliccate sulle vignette per vederle magnificate.)

Di |2008-11-24T20:34:00+01:0024 Novembre 2008|Categorie: I Am The Walrus, Taxman|Tag: , , , |3 Commenti

Lune e lodi

Dopo avere pubblicato una sua vecchia striscia, torna su queste pagine quel genio di Stefano Disegni, che ha mandato in giro via mail intitolata “Nuovo omaggio agli amici” (quale onore!) una nuova striscia, accompagnata da queste parole:

E così ce l’hanno fatta a rendere ‘immuni’ le prime cariche dello Stato. Adesso il Cavaliere può strangolare la moglie (secondo me non ce la fa, Veronica è un’emiliana tosta) e se ne riparla a fine mandato, ma forse poi lo fanno Presidente della Repubblica e te saluto. Meno fantascientificamente può dormire sonni tranquilli, tanto i processi non glieli possono fare più. E chi si occupa di indorare la pillola, farla saporita e presentarla come se fosse una conquista per l’umanità? Angelino il Ministrino, pieno di gratitudine! M’è venuto quasi naturale spedire in giro questa recentissima strip. Spero di fare cosa gradita, anche se rigiro il coltello nella piaga. Se invece vi sto disturbando, sorry, ditemelo e non lo faccio più, parola di autore.
Stefano Disegni
Stefano mi ha permesso di pubblicarla qua. Cliccate sulle immagini per vederle più grandi. Ma che ve lo dico a ffà, ché siete esperti!

Bene. Poi, se per caso domani siete in Emilia, passate alla festa finale del festival La dodicesima luna. Farò di tutto per farvi ballare nella splendida cornice dove si svolge il tutto, il chiostro medievale del castello del paese. Mica cavoli.

Gobba? Quale gobba?

Berlusconi: “Non è provato che il protocollo di Kyoto diminuisca l’inquinamento” (sempre da Repubblica.it, in una notizia che contiene altre gustose dichiarazioni realpolitik che al confronto Kissinger è un internazionalista).

Prossimamente: “Mai stato calvo in vita mia”, “Sono alto uno e ottanta, ma non mi capite”, “Veronica? Quale Veronica?”, “È stato il mio sosia a giurare tutte quelle cose sulla testa dei miei figli. Peraltro, Piersilvio non so neanche chi sia.”

Di |2006-02-04T00:53:00+01:004 Febbraio 2006|Categorie: I Am The Walrus, Taxman|Tag: , |6 Commenti

Daniela Santanchè: il dito medio del potere – terza e ultima parte

La Santanchè arriva alla Camera nel 2001, e inizia a circondarsi di amici.

Ora ho un ottimo rapporto con Italo Bocchino, Andrea Ronchi, Carmelo Briguglio, Nino Strano, e anche Maurizio Gasparri, con cui, all´inizio non c´era molto feeling.

Strano, lui che è così simpatico. Ma il vero mentore della Santantiè è sicuramente lui, La Russa.

Quanto a Ignazio La Russa dico solo che io esisto, perché se lui non avesse creduto in me non ci sarebbe mai stata una Daniela Santanchè story sul Foglio…

Ignazio, le tue responsabilità nei nostri confronti crescono a dismisura.

Ma non si circonda solo di politici, la Santanfriendly, e il suo biografo fa risaltare bene il fatto.

Tra le amicizie di Daniela Santanchè , in Parlamento e fuori, spicca Paola Ferrari, risultata in un recente sondaggio comparso sui quotidiani la giornalista tv più apprezzata dai camionisti.

Aspettiamo presto legami con Brigitta Bulgari e Lady Dominio, quindi.

Ma com’è, come non è, insomma, la Santanchair è in Parlamento. Per provarlo, ci dice esattamente dove si siede.

Ora a Montecitorio, sono vicina di banco di Roberto Alboni, Antonio Mazzocchi e Nicolò Cristalli, però Mazzocchi non c´è quasi mai perché sta al tavolo di presidenza, così io posso usare la sua sedia per poggiarci sopra borse, giornali e cappotto…

Che meraviglia. Puoi anche stendere le gambe, pensaci. Santanbag, una donna concreta, come una dei suoi idoli.

Quando ero ragazza impazzivano tutti per Claudio Baglioni, che andava per la maggiore, ma io no. Non ho mai avuto dei miti, che so i cantanti, gli attori, e infatti non avevo neppure i classici manifesti appesi in camera. Solo ora, con la politica, mi è venuta la passione per Margaret Thatcher: una donna che mi avvince, che ha cambiato la storia del suo paese.

Daniela, se ti va ti passo un bootleg degli Iron Lady, lo sai, il gruppo in cui suonava Maggie.

Ma i veri miti sono in casa (delle libertà).

Nel centrodestra Silvio Berlusconi è il genio, Gianfranco Fini la politica, Umberto Bossi il mattatore, Marco Follini l´equilibrista.

I fantastici quattro, insomma. Notare gli epiteti mascherati per Bossi e Follini. Ma è per il suo Presidente che Santanlacchè spende le parole migliori.

Gianfranco Fini, grande presidente di Alleanza nazionale, la cosa che più mi colpisce è la sua capacità oratoria eccezionale, se si decide di ascoltare qualcuno per capire la politica non ha pari. E poi le sue uscite sugli immigrati, oppure su Israele, appartengono a una destra moderna ed europea, popolare ma non populista, meritocratica ma non classista, elitista ma non elitaria. La destra dei grandi valori: l´appartenenza alla patria, la sacralità della vita, la centralità della famiglia. Questo vuol dire essere di destra.

Un po’ incerta la sintassi, Daniela, la prossima volta ti voglio più preparata, ma un sei più te lo do. Adesso va’ a posto, e scrivi il tema sul Natale.

Un lavoro bestiale fare gli alberi e tutto quanto. A Roma ho addobbato il camino con il pino verde, le lucine, le palline e i fiocchetti rossi; a Milano ho fatto, oltre al presepio, l´albero con i fili d´oro, le palle d´oro e bordeaux e le lucine tutte bordeaux; a Cortina poi, dove arriverò il venticinque, l´albero è tutto d´argento. Lì festeggeremo con Paola e Marco De Benedetti, i miei amici Trentin e Schemoz, e tutti i bambini. Ci sarà un Babbo Natale che entra dal giardino e lascia i regali nel camino, il Mercante in Fiera, per i piccoli le patatine fritte con la cotoletta alla milanese e il succo di uva nella finta bottiglia di champagne, per i grandi i cappelletti in brodo e bollito. Niente panettone, bensì pandoro con la panna montata e la frutta secca. Quanto ai regali vorrei ricevere le borsette Kelly di Hermes, che colleziono, e altri salami da Paolo Bonaiuti: io sono ghiotta da matti di salami. L´unico politico cui farò il regalo, invece, sarà Ignazio La Russa, che per me è come un familiare.

Daniela Santaclaus si misura con i suoi colleghi di partito, anche con i più spinosi.

Un ottimo rapporto ce l´ho anche con Mirko Tremaglia… se penso ai culattoni, io quella battuta non l´avrei detta, ho tanti amici tra gli omosessuali… comunque non commento le parole di un ministro della Repubblica… e poi, se ci ripenso, mi viene troppo da ridere.

Ti sarà sicuramente venuta in mente una bella barza sui froci, eh?

E adesso, varie ed eventuali (feat. The Club). Cucina (notate le virgole, messe come il prezzemolo)!

E´ bello, nel mondo, di internet, portare avanti le tradizioni, avere ancora delle cose antiche cui fare riferimento, stare tra i tegami. Quanto al mangiare invece ho una passione per la minestrina, quadrucci e stelline con il brodo di carne oppure di pollo ma senza parmigiano, per le mammole dei carciofi bolliti e, ancora di più, per i salami di ogni tipo, felini, piccanti, cacciatorini… solo la finocchiona mi piace un pò meno. E poi adoro la mortadella, il prosciutto crudo, il culatello, il lardo, la pancetta, la coppa….

Amore!

Non ho mai avuto, neanche da ragazzina, il prototipo dell´uomo ideale, del genere biondo, alto, con gli occhi azzurri. Mi sembra una stupidaggine. Diciamo in generale che, per quanto mi riguarda, l´uomo perfetto non deve essere perfetto, però deve volere solo me, deve farmi sentire che sono l´unica, che non c´è nessun altra al mondo, insomma devo essere la sua regina. Da un punto di vista fisico ho una sola preferenza: non deve essere alto, diciamo al di sotto dell´uno e ottanta…

Carriera!

Io, appena eletta nel 2001, trascorsi tutto il mese di agosto a prendere lezioni private con un professore universitario. E non è che ero del tutto a digiuno: mi sono laureata in scienze politiche, dove mi hanno fatto due palle così con Marx e co´ sto Capitale…

… per non parlare della Corazzata Potemkin, eh, Daniè? Andiamo avanti!

Sono nata fortunata, con un buon carattere, mi piace ascoltare gli altri, perché penso sempre di avere da imparare da tutti, so cucinare, ricamo bene… a punto croce e a mezzo punto… e ho solo vizi modesti: fumo, anzi fumavo visto che ho smesso da poco, mi mangio le unghie, sono pigra.

E per finire… lapsus!

Però non sono ingorda, non solo lussuriosa, non sono invidiosa. Sembro forse un tipo lussurioso?

No, Daniela. Abbiamo capito dal tuo gesto che sei troppo fine per essere lussuriosa.

fine

P.S. Un grazie a Succo di mela che, grazie ai commenti a questo post, mi ha fatto scoprire l’imprescindibile sito della Santanweb.

All Work and No Play…

Suona il cellulare.
“Pronto, sono XY di Donna, del Corriere della Sera. Parlo con Francesco?”
“Sì”, dico io. E già mi immagino di varcare i portoni di via Solferino vestito come un giornalista anni ’30.
“Il suo numero mi è stato dato da [xy], la rivista di cinema su cui scrive. Lei ha intervistato Argento…”
“Sì”, dico io. Mi immagino davanti ai portoni di via Solferino, in attesa.
“Senta, non è che ha un recapito di Argento?”
Non dico niente. E mi immagino a scrivere con lo spray frasi oscene sui muri di via Solferino.
“Le posso dare solo il numero della casa di produzione, non…”
“Ah… Certo, certo, mi dica”
Dopo averle passato il numero, non ho resistito.
“C’è sull’elenco telefonico di Roma, comunque…”
“Me lo ripete? Zero sei… poi?”
Mi arriva una mail dalla rivista [xy]. “Ti inseriamo tra i collaboratori fissi, ma devi firmare la liberatoria che ti allego e rimandarmela.”
Con la liberatoria mi impegno a non essere pagato. Firmo.
Mi immagino come Tafazzi, impegnato a battermi le palle con un numero di [xy] arrotolato.
Infine, mi è arrivato l’sms di Berlusconi.
La mia immaginazione ha dei limiti.

Viva la gente, la trovi ovunque vai

Martedì sono stato al cinema, obbligato a vedere per la trasmissione quella schifezza di Amore senza confini. Durante l’intervallo due signore, che chiamerò Iole e Gina (completamente a caso), intorno all’ottantina, chiacchierano sul film, arrivando alle seguenti conclusioni. Primo: per fortuna che ci sono i medici senza frontiere, ché loro (la Iole e la Gina) quelle cose non le farebbero mai. E ci credo. Secondo: la colpa è dei governi, che sfruttano il popolo. “Bisognerebbe dirglielo”. Mi vedo la Iole e la Gina ricevute, che ne so, da Pol Pot. O da Bokassa. Previa telefonata. Faccio esempi del passato, per evitare facili satire. Terzo: le mentine fanno bene alla bronchite. Bisogna portarle sempre nella borsetta, perché servono a frenare la tosse, molto fastidiosa a teatro. Quarto: alla fine il fascismo in Etiopia ha fatto del bene. La Iole ha qualche difficoltà a pronunciare la parola “tucul”, ma la Gina scandisce benissimo “negretti”.

Intermezzo.
Oggi ero in Sala Borsa, che, tra le altre cose, è anche una mediateca. Nel senso che ci sono CD, DVD, VHS e anche libri (ovviamente) in prestito. Scartabellavo con poca convinzione all’inizio della sezione “contemporanea straniera”, che comprende tutto, dai Kiss fino a Johnny Cash, passando per Ray Charles e la World Music, quando un ragazzo vicino a me mi dice:
“Oh, se ne vedi uno dei Nirvana…”. Per la serie: avvisami. Ma che siamo a fare la caccia al tesoro e siamo in squadra insieme?
“Guarda che i Nirvana sono sotto la N”, gli dico indicando una zona vaga alla mia destra. Lui mi guarda come se gli avessi raccontato una barzelletta in dialetto siriano. “Cosa?” “I Nirvana, dico, sono sotto la N”. Lui mi guarda come se non capisse dove c’è da ridere, nella barzelletta in dialetto siriano. “I CD sono in ordine alfabetico”, sussurro. “M?” fa lui, solo intuendo il raffinato gioco di parole della barzelletta. “N”, dico. “Nirvana. Là”. La zona indicata è sempre alla mia destra, ma il ragazzo, sconsolato, se ne va dall’altra parte verso la sezione “Umorismo dialettale siriano”.
Fine dell’intermezzo.

Stasera a Porta a Porta (è la seconda volta che lo vedo: ne parlo come se fosse un evento, perché lo è), c’è Berlusconi S. Quando parte la musica di Via col Vento (ma dico io, non potevano usare quella di un brutto film? Che ne so, la musica di Amore senza confini?), Silvio B. è inquadrato in controluce mentre legge fintissimo un opuscolo. Avete presente quando uno fa finta di leggere il giornale in modo tale da non dovere alzare lo sguardo per salutare qualcuno? Entra nello studio Vespa B., saluta quello seduto che, quindi, deve rispondere, e i due iniziano a duettare amabilmente. Bruno V. fa la parte di quello che deve mettere in difficoltà l’altro, che improvvisa un po’ troppo. Il pezzo inizia con la storia del lifting e Silvio V. dice che il presidente del consiglio deve apparire in forma, perché lavora dalle sette e mezzo del mattino fino alle due e mezzo di notte. La logica mi sfugge. Il richiamo a luci-mai-spente no. Poi parla di una dieta che ha fatto, per dire che il lifting, alla fine, non è stato poi decisivo. Bruno B. gli chiede che dieta abbia seguito, ma quella non si rivela, come il trucco (nel senso di gioco di prestigio, non di make-up: meglio precisare). A SBVB è bastato ridurre l’apporto calorico per qualche settimana in gennaio. Proprio come me. Con due differenze: intanto, non l’ho fatto proprio volontariamente. E poi, lo ammetto, io lavoro decisamente di meno.

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