Extreme Moviegoing
Andare al cinema: che attività pigra direte voi. E invece no: perché vedere Terraferma con accanto due anziani mezzi sordi con la mania del commento che credevano di essere nel loro salotto insonorizzato, con il quadro sfasato per i primi minuti di film e, nella sala accanto, il documentario su Vasco Rossi sparato a volumi indegni, be’, è stata dura.
Eppure sono riuscito a scriverne, sull’altro blog. Del film, eh.
Ci sono stati dei momenti della mia vita che mi hanno realmente traumatizzato: uno di questi è stato quando mia madre ha dato via tutti i miei Lego. Da questo capite che la mia vita, tutto sommato, non è stata così terribile, per fortuna. Comunque quel giorno mia madre mi disse che c’erano dei bambini poveri a cui i miei Lego (che effettivamente non usavo più) avrebbero fatto piacere: la mia inclinazione al socialismo si incrinò, quel pomeriggio.
Be’, rivedere le istruzioni per montare la Stazione è stato realmente emozionante: leggo sul sito che era il 1986 quando l’ebbi in mano per la prima volta, con tanto di garruli vigili (2) e segretaria solerte (1), i pupazzielli che abitavano l’edificio. E ricordo ancora l’emozione di montare le saracinesche, fatte di listelli di plastica colorata: all’epoca quello era un pezzo sofisticato, quasi di design, da maneggiare con cura. “Ho la saracinesca trasparente che si apre davvero!”
E, come da diversi anni a questa parte, anche io me ne vado in vacanza ad agosto. Gas e acqua spenti, allarme inserito, valigia pronta, libri e film scelti. Si va nell’antica Lesina, provando a fare una capatina anche a Zara, Spalato, Dubrovnik e Mostar. Ma soprattutto si spegne quasi tutto per un po’.
Lo so, lo so: mettere i dischi è qualcosa di talmente divertente che chiamarlo lavoro è esagerato. Però rientra in quelle categorie di attività legate a orari, obblighi e comportamenti che è assimilabile a un lavoro.
Quindi, domani inizia la maturità. Quest’anno sono quindici anni che mi sono diplomato: ricordo molto bene alcune cose degli esami, altre un po’ meno. Ma ho due riferimenti assoluti: uno di cui ho in mente ogni particolare, l’altro che, invece, è stato completamente cancellato.
Quello che ho totalmente rimosso, invece, è stato il compito di matematica. Ho fatto il Liceo scientifico e, verso la fine del triennio, complice anche la coeva canzone dei Rage Against the Machine, pensavo che avere fatto matematica fosse stato il modo migliore per mettere in pratica il “Know Your Enemy” di Zack de la Rocha e soci. Nonostante questo atteggiamento spavaldo, sono morto d’ansia prima di ogni compito di matematica dei cinque anni del liceo: dato che ricordo bene quella sensazione letale ancora oggi, mi domando spesso come accidenti abbia affrontato il compito di matematica dell’Esame di Stato. Eppure anche quello è andato bene. Ma non ricordo nulla, niente, se non una parabola, non intesa nel senso evangelico né elettrotecnico: la funzione della parabola, quella c’era. Tutto il resto: zero (è il caso di dirlo).