Efficienza fiscale
No, diciamolo, perché se no qua non ci accorgiamo mai dei progressi che si fanno: l’altro giorno mi è arrivata una raccomandata dalla Agenzie delle Entrate. Ora, quando arriva una missiva di tal guisa, è bene spaventarsi, perché solo raramente la suddetta busta contiene, che ne so, un rimborso. Solitamente la lettera è del tipo “Ricordati che devi morire”, oppure è una multa.
Avrei quasi preferito un bigliettino “memento mori” scritto a mano, ma invece no. “Irregolarità nella dichiarazione dei redditi 2010”. Multa. Di dodici euro e cinquanta centesimi. Che sono andato a pagare mezz’ora dopo avere ricevuto la raccomandata, ché è bene non scherzare con certe Agenzie.
In fondo sono contento di questa sanzione: perché se l’ho ricevuta io, che guadagno neanche novecento euro al mese, chissà quanti soldi entreranno nelle casse dello Stato dai milionari: un errorino l’avranno fatto anche loro, no?
Arriviamo alla cena dell’ultimo giorno
per la tal sagra, al tentativo di battere il record di persone che formano una catena umana intorno a un lago. La coppia A ha invitato la coppia B a unirsi alla prova: lei-B quasi quasi ci stava. Si è poi parlato di traffico, di stile “rusticato” (di cui Maschio-A sapeva tutto), di orari di lavoro, di souvenir (seriamente), di educazione dei figli con annesse prove che alla fine si può anche stare senza cellulare. A quel punto il maschio-B ha detto che “Non si può tornare indietro” e ho avuto l’impressione che si riferisse alla scelta dei posti per la sera.
La seconda cena viene affrontata con il bagaglio di conoscenze del
Alle sette e quaranta del mattino udiamo dei suoni emessi dal bambino nostro vicino, ai quali presto risponde l’altro bambino, convincendo infine ad unirsi al chiacchiericcio i quattro genitori: i campani si sono svegliati.
“Non si finisce mai di imparare” e “Al peggio non c’è mai fine”: se dovessi riassumere l’ultima esperienza conviviale che ho vissuto, userei questi due modi di dire. Banali quanto volete, ma veritieri. Ma cominciamo dalla cornice: un agriturismo della campagna umbra nel quale ho passato il ponte appena trascorso. Ci spiegano che la cena viene servita alle otto e ci mostrano la sala da pranzo: un refettorio, con tavoli lunghi e sedie tutte intorno ad essi. “Siamo un po’ francescani nello spirito”, ci dicono. Siamo a due passi da Assisi: cosa si vorrà mai essere?
comportano allo stesso modo: ci sono gruppi di quattro o sei persone che chiacchierano amabilmente tra loro. Sono gruppi preesistenti, compagni di viaggio, o si sono formati spontaneamente? Molte coppie, però, hanno un’aria quasi penitenziale, mentre mangiano. Probabilmente l’abbiamo anche noi.









