bologna

Viva V.E.R.D.I.

Sabato sera fuori da un locale iniziano a chiacchierare con me due signori sulla cinquantina. Mi hanno riconosciuto dalla voce, una cosa che mi è capitata tre volte in dieci anni di radio, e sono desiderosi di raccontarmi “l’episodio rinascimentale” avvenuto la sera stessa al Teatro Comunale. Io già m’immagino l’inizio di Senso di Visconti, apprestandomi ad ascoltarli.

La mattina dopo, in onda, riprendo per sommi capi l’episodio, invitando chi tra il pubblico fosse eventualmente presente al Teatro a raccontarmi in diretta ciò che era successo. Una giornalista de L’Informazione all’ascolto (e al lavoro) mi manda un’e-mail perché anche lei vuole saperne di più. Poco dopo chiama un’ascoltatrice e racconta ciò che era successo.
Prima del concerto ha preso la parola una corista che ha denunciato lo stato delle cose nel mondo della musica (e in quello culturale in genere) leggendo un breve comunicato che si è concluso con le seguenti parole (che copio dall’Informazione): «La tristezza è lo stato d’animo con cui l’orchestra e il coro del Teatro Comunale si rivolgono stasera, con le maestranze tutte, al gentile pubblico. Governanti stolti, insensibili e sordi alla musica, all’arte e alla cultura continuano ad accanirsi con ulteriori tagli al Fondo Unico per lo Spettacolo condannando di fatto tutti i teatri alla chiusura entro pochi mesi. “Io vi consolerò”, intona il coro con il soprano nel Deutsches Requiem. La musica, questa sera, è e resta per tutti noi l’ultima consolazione, l’unica dimora a noi congeniale, che ci protegga e ci difenda dalla barbarie dilagante nel nostro amato paese».
E pare che sia scoppiato un mezzo putiferio, con sostenitori e detrattori dello spirito del comunicato che lottavano a colpi di applausi e fischi. Sulle cifre che componevano le parti c’è dissenso.
Ma il punto è che ormai siamo arrivati a uno scenario che è una specie di imitazione della guerra civile: il Paese mi pare diviso, su tutto, con gli uni che stanno arrivando a odiare gli altri. C’è tensione nell’aria, anche in quella del Teatro Comunale di Bologna, e questo me l’hanno confermato di persona e al telefono.
Non so se sperare che questa cosa scoppi, finalmente, a guisa di bubbone, o se infine prevarrà il nostro spirito patrio buffone e da Commedia dell’arte (il nostro vero “testo” generativo) e che quindi da quest’imitazione di guerra civile ne discenda una parodia e, poi, tutto (come ormai accade spesso) si dissolva nel nulla.

Mercoledì piatti, giovedì trippa?

Piatti, poi, non esageriamo: ho due lettori cd. Comunque, stasera allieto di nuovo la baita di AlmaMater in piazza Verdi a Bologna, dalle 20 alle 24. Musica esclusivamente appartenente all’arco alpino e derivati, dalle Giulie alla Svizzera, dalle Cozie ai Carpazi.
Costa tutto poco, anche fare cambiare idea al dj.
Ci vediamo a valle.

Di |2011-03-02T08:00:00+01:002 Marzo 2011|Categorie: Eight Days A Week|Tag: , , , |0 Commenti

Presentare libri di Gianluca Morozzi

Questa indicata dal titolo è una delle attività che ho fatto più di frequente (a parte quelle quotidiane) nella mia vita. Ho iniziato, se non sbaglio, con diverse date di Blackout e continuo stasera. La domanda (corretta) che voi piccoli lettori vi state facendo è: ma quale dei tanti libri di Morozzi usciti negli ultimi mesi il nostro presenterà? Avrei avuto l’imbarazzo della scelta, ma in effetti si tratta dell’ultimo-ultimo Spargere il sale, una raccolta di racconti pensata come una raccolta di b-side, inediti e rarità (e sono sicuro che il paragone verrà apprezzato, conoscendo Gianluca).

Insomma, l’appuntamento è, per chi è a Bologna, alla Feltrinelli di Via dei Mille dalle 21. Con me e Gianluca ci saranno due guest-star: Freak Antoni e Dandy Bestia degli Skiantos. Accorretevicisi.

Tre dei miei fantasmi

I reading, accidenti. Sembra una cosa facile, scegliere dei brani da leggere: se si ha a cuore l’essere umano (in forma di pubblico del reading stesso) e la sua sopravvivenza, be’, non è cosa semplice. Quando, quindi, Malicuvata mi ha chiesto di metterne in piedi uno, io mi sono trovato in difficoltà. I miei padrini Egle e Gianluca non erano disponibili, e quindi… (Riceviamo e pubblichiamo)


Tre dei miei fantasmi
nasce dalla musica, o meglio, dalla mancanza di musica che volevo avere con me per questa mezz’oretta di letture. I musicisti che mi hanno accompagnato finora nei reading erano occupati: l’ho scoperto proprio mentre riascoltavo Ghosts I-IV, la monumentale opera strumentale di Trent Reznor, forse la cosa più vicina all’ultima premiatissima colonna sonora per The Social Network che Reznor ha scritto con Atticus Ross. Ho pensato che quella poteva essere la musica giusta per la lettura. Quindi ho scelto tre dei miei racconti che, in qualche modo, parlassero di fantasmi, sebbene non nel senso classico del termine. “Il biglietto” e “La guerra in cucina” sono stati ripubblicati recentemente nella mia ultima raccolta di racconti. “La rottura del ghiaccio sottile”, invece, ha visto la luce in un’antologia edita da Manni e credo sia la prima volta che viene letto in pubblico.
Domani sera allo Zammù, via Saragozza 32, Bologna, dalle 2130. Essiateci, se vi va.

Scoperte inaspettate

Capita, no, che uno aspetta tantissimo una cosa e poi venga in realtà stupito da qualcos’altro arrivato per caso. Si dice serendipità? Non lo so. Comunque, mercoledì sera sono arrivati in città in Godspeed You! Black Emperor: erano dieci anni che li attendevo, dopo averli visti per la prima e unica volta al vecchio Link. Prima di loro, però, è salito sul palco un uomo con un sassofono basso e ha iniziato a fare delle cose incredibili. Grazie a J. ho scoperto che si trattava di Colin Stetson, americano, dal curriculum impressionante, marito della violinista degli Arcade Fire (dove dà una mano anche lui), ma soprattutto dotato di poteri magici. Vedere (e sentire) per credere.

E poi alla fine i Godspeed sono stati meno emozionanti del previsto.
[youtube=http://youtu.be/ykISAaF6Rk4]

Tornare a ballare e fare i diggei

Ne è passato di tempo, da quella serata di luglio, il cui resoconto è stato molto apprezzato e commentato. Ma domani sera torno a mettere un po’ di dischi. Sarà mia compagna la coconduttrice di Maps, la cara Eleonora. Volete vedere che faccia abbiamo? Volete sputarci forte? Cogliete l’occasione di farlo e di vedere dal vivo Uochi Toki e Bachi da Pietra.

Il tutto al Locomotiv Club, domani sera.

Di |2011-01-20T08:00:00+01:0020 Gennaio 2011|Categorie: Eight Days A Week|Tag: , , , , , |2 Commenti

Tornare a leggere e a scrivere

È un po’ che non si parla, da queste parti, della mia scrittura e di conseguenza delle mie eventuali letture in giro per il mondo. Be’, si ricomincia. I giovini della Casa Lettrice Malicuvata, infatti, hanno scelto un mio racconto per il loro prossimo Annuario (ne vedete la copertina in anteprima, ma non è ancora pronto fisicamente). Per presentarlo, domani da Zammù, in via Saragozza 32/a, a Bologna, dalle 2130 in poi c’è Circus delire: attraverso passaggi di periferie, con letture da Racconti di periferie (l’antologia di Malicuvata del 2010) e Attraverso passaggi (di cui vi ho parlato sopra).

Insomma, siateci domani. Insieme a me Simone Rossi, Dario Falconi, Alfio Génitron, Marta Casarini, Elena Marinelli, Chiara Reali.

Me vs. Caffarra

Un titolo altisonante per giustificarmi dopo un mese di assenza? No, miei piccoli lettori. Con orgoglio posso dirvi che l’arcivescovo metropolita della città nella quale vivo dal 1996 ha espresso un parere negativo su di me. Roba di cui vantarsi con i nipoti. Com’è andata?

Qualche tempo fa, la meravigliosa amica V. mi propone di scrivere un testo introduttivo per una mostra da allestire in pieno centro a Bologna (nel palazzo comunale, per intenderci): la mostra è organizzata da un’associazione di agricoltori e ha come tema le immagini devozionali nelle campagne bolognesi. Essendoci la parola “devozionale”, capirete che non c’è di mezzo solo un’associazione di agricoltori, ma pure la Chiesa. E vabbè. Mi viene quindi chiesto di scrivere un testo che, in qualche modo, parta dalle figure femminili legate ai culti della fertilità e della protezione delle messi, per arrivare alla Madonna di cristiana memoria, tuttora oggetto di culti legati al mondo dell’agricoltura.
Diligentemente faccio un po’ di ricerche, butto giù qualche appunto e, in una domenica (e quando se no?), vergo la cartella che mi è stata richiesta. L’amica V. è contenta, il padre dell’amica V. anche di più, bene, amen (eh). Nel frattempo, preso dalle mille opere e parole che mi hanno costretto ad omettere qualsiasi impegno dal blog, come si è visto, mi dimentico della faccenda. Fino a che, qualche giorno fa, l’amica V. mi chiama e mi dice che la mostra è stata allestita, ma che ha scoperto che il mio testo non è finito da nessuna parte: non sul pannello in esposizione, né sul catalogo. Perché? Perché è stato giudicato troppo poco religioso da Carletto&co, combriccola nota per considerare Ratzinger un bravo guaglione, ma un po’ troppo progressista. E secondo me se leggete il testo che ho scritto sarete ancora più sorpresi, o forse avrete il mio stesso sospetto: che la Chiesa cattolica sia tuttora fondamentalmente misogina, e pronta a uccidere nel caso qualcuno dica di nuovo che “Dio è mamma”. In ogni caso: mai come stavolta la sconfitta ha sapore di vittoria.

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