locomotiv club

Dagli archivi: Bombino + Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat, Locomotiv Club, Bologna, 13 febbraio 2014

Una serata all’insegna di musiche ancestrali e desertiche, dei loro mescolamenti e delle loro naturali proiezioni, quella di giovedì 13 febbraio al Locomotiv Club di Bologna: due set del musicista tuareg, uno acustico e uno elettrico, e la nuova incarnazione di Above the Tree per oltre due ore di musica di buonissima qualità.

Bombino live

“È molto bello suonare in Italia”, dice Omara Moctar e forse il ringraziamento sentito del musicista va oltre il cliché, visto che il nome d’arte Bombino è la storpiatura del nostro “bambino”: Omara in effetti ha un viso giovanissimo, luminoso e felice, che pare non soffra il caldo del club che ospita una delle date italiane del tour invernale di Nomad, uscito l’anno scorso per la Nonesuch.

Prima dei musicisti tuareg, però, c’è spazio per un support act di tutto rispetto: Marco Bernacchia, cioè Above the Tree, presenta il nuovo album Cave_Man insieme a Enrico “Mao” Bocchini e Edoardo Grisogani. Above the Tree & Drum Ensemble Du Beat affascina il pubblico mischiando con intelligenza percussioni “primitive”, suggestioni tribali, linee di elettronica e chitarra, risultando originale e personale, antico e modernissimo allo stesso tempo.

Non poteva esserci introduzione migliore ai set di Bombino: insieme ai suoi tre musicisti, Moctar sale sul palco per un raffinato live acustico che mostra subito la padronanza che il nostro ha del suo strumento. Una chitarra che, già nell’introduzione al secondo brano, scivola verso il blues: il concerto svela da subito il leit motiv della serata, banalissimo a parole, ma non nei fatti. E cioè che dobbiamo all’Africa la stragrande maggioranza della musica che ascoltiamo.

Se, infatti, il primo set è più tradizionale, quando gli strumenti (due chitarre, basso, batteria) vengono collegati agli amplificatori, veniamo trasportati in un vortice che si allontana e torna continuamente al Sahara, sporcandosi di reggae e garage e, talvolta, diventando quel misto di blues e rock che ha fatto andare in brodo di giuggiole Dan Auerbach, produttore di Nomad, da cui proviene una buona parte dei brani in scaletta. I pezzi, rispetto al disco, si allargano e viaggiano liberi, vanno da ritmi in battere a quelli in levare; la chitarra di Bombino chiacchiera, urla, sputa grappoli di note che vibrano tra la musica tradizionale tuareg e tutte le contaminazioni attuate e subite in secoli di storia e migrazioni.

Talvolta, forse, c’è troppa indulgenza in alcune code o passaggi, ma quando uno è bravissimo a suonare è facile perdonare che possa provare piacere e divertimento nell’ascoltarsi tanto quanto chi lo acclama sotto il palco.

Recensione pubblicata originariamente sul numero di marzo 2014 de Il Mucchio Selvaggio

Dagli archivi: Damo Suzuki: “Faccio la musica dell’oggi”

Il 18 gennaio 2008 Damo Suzuki si esibiva, con il suo progetto Damo Suzuki Network, al Locomotiv Club di Bologna. Quel pomeriggio ho avuto la possibilità di ospitarlo in Maps, la trasmissione musicale pomeridiana di Radio Città del Capo. In occasione della recente scomparsa del musicista, ho trascritto e tradotto l’intervista.

Ti conoscono tutti come il cantante dei Can, ma ormai sono passati 35 anni da quell’esperienza, quindi parliamo del presente, del Damo Suzuki Network. Di che si tratta?
Per lavoro viaggio in tanti Paesi del mondo e cerco volta per volta, nello spazio e nel tempo in cui sono, di creare qualcosa con i “sound carrier locali”. Sono musicisti, ma io li chiamo “sound carrier” [“portatori di suono”, ndr] perché “musicista” è una parola vecchia, perché negli ultimi venti-trent’anni tutto è cambiato nel panorama musicale e noise. Suono ovunque, incontro persone senza fare prove, faccio la musica dell’oggi. Funziona, non è mai noioso perché ogni giorno posso fare cose diverse e incontro persone dalle mentalità molto diverse tra loro. Insomma, il menù del giorno cambia sempre.

Si tratta di improvvisazioni?
Non proprio, non mi piace tanto quella parola. Sì, è una specie di improvvisazione, ma il termine è utilizzato soprattutto dai musicisti jazz, e nel jazz, anche quando si improvvisa, non si fa davvero musica sul momento. Perché comunque nel jazz ci sono strutture definite, i solisti… Ognuno di noi, invece, fa nello stesso momento cose diverse.

Cosa succede quando, suonando, accade qualcosa di talmente bello e particolare che ti va di ripeterlo?
Di solito non ripeto nulla perché ogni volta ho a che fare con musicisti diversi. E poi ripetere significa copiare se stessi: non è proprio cosa per me.

In quanti Paesi diversi sei stato con il tuo progetto e che musicisti hai incontrato?
Non tanti, forse 27 Paesi diversi, e ho suonato con musicisti di ogni tipo: free jazz, hip hop, bande di ottoni…

Com’è stato suonare con gli Zu?
Gli Zu hanno un’energia incredibile ed è la cosa che davvero mi piace di loro. Anche nei miei concerti c’è molta energia, la condivido con il pubblico e me ne torno a casa con una bella sensazione.

Ci sono artisti o dischi interessanti che hai ascoltato di recente?
È una domanda difficile, perché per me ogni sound carrier che suona con me è interessante.

I sound carrier sono molto orgogliosi di suonare con te…
E io lo sono di suonare con loro, perché è davvero speciale. Prima di cominciare a suonare non ci conosciamo di persona e poi comunichiamo con la musica, è molto bello. Per comunicare non mi serve imparare l’italiano, una lingua per molto difficile: con la musica comunico ovunque. Ed è anche un motivo per cui porto avanti questo progetto: voglio usare la musica come arma contro ogni tipo di violenza. In questo mondo c’è molta violenza perché le persone non comunicano tra loro e la musica permette di farlo anche meglio [che con le parole].

Ci hai parlato della diversità dei Paesi che visiti e dei musicisti con cui suoni, ma che mi dici del pubblico?
Ti faccio un esempio: lo scorso aprile [2007, ndr] ho suonato a Londra con un quartetto d’archi, con musicisti classici, in un posto dove almeno l’80 per cento del pubblico era composto da appassionati di classica. Per me è stata un’esperienza interessantissima e la reazione del pubblico è stata magnifica: c’è stata una standing ovation e abbiamo fatto due parti, la prima da due pezzi, per un totale di 45 minuti e la seconda con un pezzo solo da 77 minuti.

Intervista andata in onda originariamente in diretta su Radio Città del Capo di Bologna il 18 gennaio 2008

Mantenere la media

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Siamo tra Natale e Capodanno, ed ecco l’inutile e tradizionale elenco dei concerti a cui ho assistito nel 2016. Sono 86, esattamente come l’anno scorso, nonostante una pausa estiva dovuti a infortuni immobilizzanti.
Qualche dato aggregato, che non fa mai male. I concerti sono stati visti per lo più a Bologna, con due succose trasferte: una per il Primavera Sound di Barcellona e una per il SXSW di Austin. Il locale che ho frequentato di più è stato il Locomotiv Club di Bologna, la band che ho visto di più sono stati i C+C=Maxigross. Insomma, eccoli qua, in ordine cronologico, tutti e 86 tra festival, showcase, arene enormi e piccolissimi club.

The Winstons, Covo Club, Bologna, 9 gennaio
Shaloma Locomotiva Orchestra, Teatro San Leonardo, Bologna, 15 gennaio
Aucan, Godblesscomputers, TPO, Bologna, 23 gennaio
Jacco Gardner, C+C=Maxigross, Covo Club, Bologna, 6 febbraio
Kaos, Viruz, Locomotiv Club, Bologna, 13 febbraio
Extraliscio, Palazzo Pepoli, Bologna, 18 febbraio
Mulatu Astakte, Locomotiv Club, Bologna, 20 febbraio
Adriano Viterbini, Egle Sommacal, Locomotiv Club, Bologna, 21 febbraio
Toxic Love, Palazzo Pepoli, Bologna, 25 febbraio
Iacampo, Palazzo Pepoli, Bologna, 10 marzo
The Jon Spencer Blues Explosion, Elli de Mon, Locomotiv Club, Bologna, 10 marzo
Diamanda Galas, Teatro Manzoni, Bologna, 11 marzo
Girls Names, Latitude, Austin, 15 marzo
Declan McKenna, Latitude, Austin, 15 marzo
Oscar, Latitude, Austin, 15 marzo
Pauw, Cedar St. Courtyard, Austin, 16 marzo
Joan Thiele, Numero 28, Austin, 16 marzo
White Denim, Radio Day Stage, Austin, 16 marzo
Iggy Pop, Noveller, The Moody Theater, Austin, 16 marzo
Sunflower Bean, Radio Day Stage, Austin, 17 marzo
Eleanor Friedberger, Clive Bar, Austin, 17 marzo
Petite Noir, 800 Congress, Austin, 17 marzo
Jack Garratt, Radio Day Stage, Austin, 18 marzo
Chvrches, Radio Day Stage, Austin, 18 marzo
Bombino, Radio Day Stage, Austin, 18 marzo
Bob Moses, Bud Light Factory, Austin, 18 marzo
Wahid Allan Faqir, Russian House, Austin, 18 marzo
Xixa, Luck Lounge, Austin, 19 marzo
Birthh, The Townsend, Austin, 19 marzo
Cypress Hill, McGarrah Jessee Rooftop, 19 marzo
Godblesscomputers, Palazzo Pepoli, Bologna, 24 marzo
Iosonouncane, Trees of Mint, Locomotiv Club , Bologna, 2 aprile
Black Mountain, Motorhomes, Locomotiv Club, Bologna, 5 aprile
Claudio Simonetti’s Goblin, Locomotiv Club, Bologna, 7 aprile
I Cani, Felpa, Locomotiv Club, Bologna, 13 aprile
C+C=Maxigross, Miles Cooper Seaton, Palazzo Pepoli, Bologna, 14 aprile
Protomartyr, Heathens, Covo Club, Bologna, 15 aprile
Des Moines, Zoo, Bologna, 17 aprile
Cesare Basile, Palazzo Pepoli, Bologna, 21 aprile
Nonkeen, Andrea Belfi, Teatro Antoniano, Bologna, 27 aprile
Kairos, Palazzo Pepoli, Bologna, 28 aprile
Teho Teardo, Blixa Bargeld, Locomotiv Club, Bologna, 5 maggio
Sophia, Covo Club, Bologna, 6 maggio
Motta, Locomotiv Club, 7 maggio
Birthh, Krano, Mikasa, Bologna, 19 maggio
Goat, Primavera Sound, Barcellona, 1 giugno
Suede, Primavera Sound, Barcellona, 1 giugno
Alessandro Cortini, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
Andy Shauf, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
Car Seat Headrest, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
C+C=Maxigross, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
Floating Points, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
John Carpenter, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
LCD Soundsystem, Primavera Sound, Barcellona, 2 giugno
Ben Watt, Primavera Sound, Barcellona, 3 giugno
Selda Bağcan & Boom Bap, Primavera Sound, Barcellona, 3 giugno
Radiohead, Primavera Sound, Barcellona, 3 giugno
Holly Herndon, Primavera Sound, Barcellona, 3 giugno
The Avalanches, Primavera Sound, Barcellona, 3 giugno
Matilde Davoli, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Altre di B, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Sycamore Age, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Brian Wilson performing Pet Sounds, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
PJ Harvey, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Julia Holter, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Moderat, Primavera Sound, Barcellona, 4 giugno
Sorge, Parco del Cavaticcio, Bologna, 15 giugno
Flavio Giurato, Locomotiv Club, Bologna, 18 settembre
The Winstons, Locomotiv Club, Bologna, 23 settembre
Federico Albanese, Locomotiv Club, Bologna, 28 settembre
Kill the Vultures, FreakOut Club, Bologna, 7 ottobre
White Denim, Covo Club, Bologna, 19 ottobre
Parquet Courts, Pill, Covo Club, Bologna, 22 ottobre
Paolo Spaccamonti, Spazio Labò, Bologna, 23 ottobre
Peter Murphy, Locomotiv Club, Bologna, 26 ottobre
C’mon Tigre racconta Toccafondo, Teatro Antoniano, Bologna, 27 ottobre
The Cure, Unipol Arena, Casalecchio di Reno, 29 ottobre
Tom Brosseau, Nero Factory, Bologna, 6 novembre
Makaya McCraven, Locomotiv Club, Bologna, 8 novembre
Vapors of Morphine, Splatterpink, Locomotiv Club, 11 novembre
Francesco Serra, Spazio Labò, Bologna, 13 novembre
Trio Bobo, Bravo Caffè, Bologna, 17 novembre
Tinariwen, Locomotiv Club, Bologna, 18 novembre
Cabeki, Nero Factory, Bologna, 4 dicembre
Flavio Giurato, L’Altro Spazio, Bologna, 14 dicembre
Wrongonyou, Persian Pelican, Locomotiv Club, 16 dicembre

Un giorno su quattro

concerti

Come l’anno scorso, rinnovo l’inutile tradizione di elencare i concerti visti in dodici mesi. Come si fa di solito, ecco qualche dato aggregato. Le band che ho visto di più, tre volte ciascuna, sono state Verdena, Iosonouncane e Pecori Greg. Sono stato 21 volte al Locomotiv e 17 tra Covo e Bolognetti. Quasi tutti i concerti sono stati visti a Bologna, a parte l’infilata del Primavera Sound e una trasferta romana. Insomma: ecco gli 86 concerti visti nel 2015.

Cymbals Eat Guitars, Covo Club, Bologna, 16 gennaio
Paolo Benvegnù, Matteo Toni, Locomotiv Club, Bologna, 17 gennaio
Giovanni Succi, Pristine Mood, FreakOut Club, Bologna, 22 gennaio
C’Mon Tigre, TPO, Bologna, 7 febbraio
Orlando Julius & the Heliocentrics, Locomotiv Club, Bologna, 13 febbraio
Bud Spencer Blues Explosion, Roberto Angelini, Teatro Quirinetta, Roma, 20 febbraio
Curtis Harding, New Colour, Covo Club, Bologna, 27 febbraio
Post-CSI, Locomotiv Club, Bologna, 28 febbraio
Paus, Locomotiv Club, Bologna, 5 marzo
Pond, Baseball Greg, Covo Club, Bologna, 6 marzo
Ariel Pink, Larry Gus, Locomotiv Club, Bologna, 7 marzo
Verdena, Jennifer Gentle, Estragon, Bologna, 10 marzo
Egle Sommacal, AtelierSi, Bologna, 15 marzo
Melampus, Kisses from Mars, Covo Club, Bologna, 20 marzo
Gazebo Penguins, Delta Sleep, Valerian Swing, Covo Club, Bologna, 21 marzo
Cesare Basile, TPO, Bologna, 9 aprile
Tubax, After Crash, Locomotiv Club, Bologna, 10 aprile
Godspeed You! Black Emperor, Carla Bozulich, Estragon, 11 aprile
Beatrice Antolini, Palazzo Pepoli, Bologna, 16 aprile
A Place to Bury Strangers, Rare Blossom, Romare, Locomotiv Club, Bologna, 17 aprile
Ghostpoet, TPO, Bologna, 18 aprile
Pecori Greg, FreakOut Club, Bologna, 24 aprile
Sleaford Mods, Covo Club, Bologna, 2 maggio
Alessio Bondì, Pane e Panelle, Bologna, 4 maggio
Nils Frahm, Dawn of Midi, Locomotiv Club, Bologna, 4 maggio
Suz Trio, Palazzo Pepoli, Bologna, 21 maggio
Shellac, Uzeda, Locomotiv Club, Bologna, 26 maggio
The Shalalalas, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
The Cheatahs, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
Ought, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
Mikal Cronin, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
Spiritualized, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
The Black Lips, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
James Blake, Primavera Sound, Barcellona, 28 maggio
José González, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Tobias Jesso Jr., Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Sleater-Kinney, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Run the Jewels, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
alt-J, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Jon Hopkins, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Dan Deacon, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
American Football, Primavera Sound, Barcellona, 29 maggio
Tori Amos, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Torres, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Unknown Mortal Orchestra, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Thee Oh Sees, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Hookworms, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Caribou, Primavera Sound, Barcellona, 30 maggio
Petrina, Palazzo Pepoli, Bologna, 4 giugno
Sun Kil Moon, Cortile del Palazzo Estense, Ferrara, 7 giugno
Wow, Parco del Cavaticcio, Bologna, 8 giugno
Iosonouncane, Dino Fumaretto, Pecori Greg, Palazzo Pepoli, 18 giugno
Soak, Bolognetti Rocks, Bologna, 18 giugno
The Fuzztones, BOtanique, Bologna, 25 giugno
C’Mon Tigre, Bolognetti Rocks, Bologna, 26 giugno
Fast Animals and Slow Kids, Bolognetti Rock, Bologna, 27 giugno
Iosonouncane, Bolognetti Rocks, Bologna, 2 luglio
Badly Drawn Boys, Eaves, Bolognetti Rocks, Bologna, 9 luglio
Neneh Cherry, Bolognetti Rocks, Bologna, 10 luglio
Blonde Redhead, BOtanique, Bologna, 13 luglio
Verdena, Iosonouncane, Piazza Castello, Ferrara, 15 luglio
A Toys Orchestra, BOtanique, Bologna, 17 luglio
Capra, Bolognetti Rocks, Bologna, 18 luglio
Cold Specks, Bolognetti Rocks, Bologna, 23 luglio
Tony Allen, Locomotiv Club, Bologna, 11 settembre
ESG, Locomotiv Club, Bologna, 28 settembre
The Melvins, Big Business, Locomotiv Club, Bologna, 30 settembre
Capibara, roBOT Festival, Bologna, 9 ottobre
Godblesscomputers, roBOT Festival, Bologna, 9 ottobre
Scisma, Fabio Cinti, Locomotiv Club, Bologna, 10 ottobre
US Girls, Covo Club, Bologna, 16 ottobre
Oh Land, Vera Di Lecce, Locomotiv Club, Bologna, 22 ottobre
Ofeliadorme, Dino Fumaretto, TPO, Bologna, 24 ottobre
Bachi da Pietra, Malascena, Locomotiv Club, Bologna, 28 ottobre
Father John Misty, Anna B. Savage, Locomotiv Club, Bologna, 1 novembre
Verdena, Estragon, Bologna, 6 novembre
Destroyer, Covo Club, Bologna, 7 novembre
Kamasi Washington, Locomotiv Club, Bologna, 9 novembre
Christan Scott Sextet, Bravo Caffè, Bologna, 12 novembre
C+C=Maxigross, Pecori Greg, Covo Club, 14 novembre
Calibro 35, OoopopoiooO, Locomotiv Club, 20 novembre
Adriano Viterbini, SEMM, Bologna, 2 dicembre
Iosonouncane, Locomotiv Club, Bologna, 3 dicembre
Os Mutantes, Locomotiv Club, Bologna, 5 dicembre
Mimosa, Cortile Cafè, Bologna, 11 dicembre
Tubax, Three in One Gentleman Suit, Locomotiv Club, 19 dicembre

Uno ogni tre giorni

2014-04-12 01.39.14

Niente classifiche di fine anno, ma un mero elenco, come ho fatto anche l’anno scorso. Un po’ per fare il conto, un po’ per fissare nomi e date, un po’ per non ripercorrere con la memoria dodici mesi di concerti dal vivo. Nonostante i miei propositi, sono stati 114, tredici in più dell’anno scorso, ma devo dire che non tutti sono stati visti dall’inizio alla fine: pennachianamente mi sono concesso di voltare le spalle al palco, qualche volta. Senza offesa per i musicisti.Qualche dato e statistica, un po’ a caso: li ho visti per lo più a Bologna, con qualche scappata extra moenia e anche fuori dalla nazione. Il locale dove sono stato di più è il Locomotiv Club, dove ho passato ben 35 serate (considerand0 che è aperto per nove mesi, sono stato là una volta alla settimana, di media). Le band che ho visto di più, tre volte ciascuna, sono state Bud Spencer Blues Explosion e C+C=Maxigross. I festival sono stati quattro (Primavera Sound, Woodworm, Unaltrofestival, Rock in Idro), ma con diversissime assiduità.
E quindi via con l’elenco, inutile come quasi tutti gli elenchi.

Hobocombo, Der Maurer e Sebastiano De Gennaro, Locomotiv Club, Bologna, 15 gennaio
Succi, Locomotiv Club, Bologna, 16 gennaio
Simona Gretchen, Locomotiv Club, Bologna, 17 gennaio
Geoff Farina, Father Murphy, Majirelle, Freakout Club, Bologna, 24 gennaio
Fine Before You Came, Lantern, Covo Club, Bologna, 25 gennaio
Glenn Branca, Freakout Club, Bologna, 7 febbraio
Bombino, Above the Tree & Ensemble Du Beat, Locomotiv Club, 13 febbraio
Apes on Tapes, Sin/Cos, Sixth Minor, TPO, Bologna, 15 febbraio
Bill Callahan, Circuit Des Yeux, Teatro Antoniano, Bologna, 18 febbraio
Fuzz Orchestra, Meteor, Uochi Toki, Locomotiv Club, Bologna, 20 febbraio
Incident on South Street, Arteria, Bologna, 21 febbraio
Depeche Mode, Unipol Arena, Casalecchio di Reno, 22 febbraio
Trentemoeller, Estragon, Bologna, 24 febbraio
Savages, A Dead Forest Index, Locomotiv Club, Bologna, 26 febbraio
Fanfarlo, Lilies on Mars, Locomotiv Club, Bologna, 3 marzo
Non voglio che Clara, Nevica su Quattropuntozero, Locomotiv Club, Bologna, 6 marzo
Francesco Tristano, Locomotiv Club, Bologna, 7 marzo
La Tarma, Circolo Angolo B, Bologna, 8 marzo
Wu Ming Contingent, Locomotiv Club, Bologna, 13 marzo
Woodworm Festival (Bachi da Pietra, The Crazy Crazy World of Mr Rubik, Umberto Maria Giardini, Julie’s Haircut, Bologna Violenta, Fast Animals and Slow Kids), Locomotiv Club, Bologna, 14 marzo
Public Service Broadcasting, Covo Club, Bologna, 22 marzo
The Sleeping Tree, Quarantatré Barra Due, Bologna, 23 marzo
Michael Gira, Locomotiv Club, Bologna, 27 marzo
Massimo Volume, Be My Delay, Locomotiv Club, Bologna, 28 marzo
Mogwai, Estragon, Bologna, 30 marzo
Tuxedomoon, DOM La Cupola del Pilastro, Bologna, 2 aprile
Levante, Iotatola, Locomotiv Club, Bologna, 3 aprile
Splatterpink, Locomotiv Club, Bologna, 4 aprile
His Clancyness, Melampus, Havah, Own Boo, Locomotiv Club, Bologna, 5 aprile
Perturbazione, Nada & the Rabbits, Locomotiv Club, Bologna, 10 aprile
Bud Spencer Blues Explosion, Egle Sommacal, Locomotiv Club, Bologna, 11 aprile
Drenge, Covo Club, Bologna, 12 aprile
Musica per Bambini, Sit In Music, Bamboo, TPO, Bologna, 18 aprile
London Symphony Orchestra performing Mahler’s 7th Symphony, Barbican Centre, London, 27 aprile
Satelliti, Locomotiv Club, Bologna, 3 maggio
Melt Banana, Zeus!, Locomotiv Club, Bologna, 9 maggio
Shaloma Locomotiva Orchestra, Teatro Comunale di Modena, 19 maggio
C+C=Maxigross, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Warpaint, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Volcano Choir, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
St. Vincent, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Queens of the Stone Age, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Arcade Fire, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Disclosure, Primavera Sound Festival, Barcellona, 29 maggio
Junkfood, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
John Grant, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
The Twilight Sad, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
Sharon Van Etten, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
The War on Drugs, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
Slint, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
Darkside, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
SBTRKT, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
Factory Floor, Primavera Sound Festival, Barcellona, 30 maggio
Kronos Quartet, Primavera Sound Festival, Barcellona, 31 maggio
Television, Primavera Sound Festival, Barcellona, 31 maggio
Spoon, Primavera Sound Festival, Barcellona, 31 maggio
Conan Mockassin, Primavera Sound Festival, Barcellona, 31 maggio
Nine Inch Nails, Primavera Sound Festival, Barcellona, 31 maggio
Junkfood, Primavera Sound Festival, Barcellona, 1 giugno
Pixies, Arena Parco Nord, Bologna, 2 giugno
Queens of the Stone Age, Arena Parco Nord, Bologna, 2 giugno
Nine Inch Nails, Cold Cave, Unipol Arena, Casalecchio di Reno, 3 giugno
Bud Spencer Blues Explosion, Feltrinelli Ravegnana, Bologna, 9 giugno
Nada, Vicolo Bolognetti, Bologna, 11 giugno
Confusional Quartet, Vicolo Bolognetti, Bologna, 12 giugno
Bud Spencer Blues Explosion, Vicolo Bolognetti, Bologna, 14 giugno
The Sleeping Tree, Rubik Cafè, Bologna, 16 giugno
Black Sabbath, Unipol Arena, Casalecchio di Reno, Bologna, 18 giugno
Bettibarsantini, Beatrice Antolini, Rocca di Spilamberto, Spilamberto, 20 giugno
Massimo Volume, Vicolo Bolognetti, Bologna, 21 giugno
La Tarma, Parco del Cavaticcio, Bologna, 23 giugno
Vessel, Lo Sburla, Piazza Verdi, Bologna, 30 giugno
Ex-CSI, Vicolo Bolognetti, Bologna, 3 luglio
Spartiti, Vicolo Bolognetti, Bologna, 5 luglio
UNA, Io e la Tigre, Cassero, Bologna, 7 luglio
Timber Timbre, Vicolo Bolognetti, Bologna, 10 luglio
Geoff Farina, Fargas, Piazza Verdi, Bologna, 11 luglio
Temples, Fiera, Bologna, 14 luglio
The Horrors, Fiera, Bologna, 14 luglio
M+A, Fiera, Bologna, 15 luglio
His Clancyness, Fiera, Bologna, 15 luglio
Panda Bear, Fiera, Bologna, 15 luglio
MGMT, Fiera, Bologna, 15 luglio
Zu, Botanique, Bologna, 18 luglio
The National, San Fermin, Piazza Castello, Ferrara, 22 luglio
C+C=Maxigross, Festa dell’Ospite, Fosse (VR), 9 agosto
Omosumo, Parco del Cavaticcio, Bologna, 26 agosto
Shiva Bakta, Giardini Margherita, Bologna, 28 agosto
Caribou, Estragon, Bologna, 6 settembre
King Buzzo, Adriano Viterbini, Locomotiv Club, Bologna, 8 settembre
Perfume Genius, Locomotiv Club, Bologna, 9 settembre
Dino Fumaretto, Giardini Margherita, Bologna, 22 settembre
Swans, Estragon, Bologna, 10 ottobre
Liars, Locomotiv Club, Bologna, 18 ottobre
To Rococo Rot, Locomotiv Club, Bologna, 24 ottobre
Xiu Xiu, Locomotiv Club, 28 ottobre
Ty Segall, JC Satan, Locomotiv Club, 30 ottobre
Thurston Moore, Teatro Antoniano, Bologna, 3 novembre
Ben Frost, TPO, Bologna, 5 novembre
BOL & Snah, Locomotiv Club, Bologna, 7 novembre
Tune-Yards, Locomotiv Club, Bologna, 8 novembre
Marlene Kuntz, Locomotiv Club, Bologna, 12 novembre
John Garcia, Locomotiv Club, Bologna, 20 novembre
Olof Arnalds, Beatrice Antolini, Covo Club, Bologna, 21 novembre
Fast Animals and Slow Kids, Locomotiv Club, Bologna, 22 novembre
C+C=Maxigross & Martin Hagfors, Locomotiv Club, Bologna, 26 novembre
Giardini di Mirò, Locomotiv Club, Bologna, 27 novembre
Einstürzende Neubauten, Teatro Manzoni, Bologna, 28 novembre
Ronin, Dadamatto, Maria Antonietta, Locomotiv Club, Bologna, 3 dicembre
Laibach, TPO, Bologna, 5 dicembre
Sharon Van Etten, Marisa Anderson, Bologna, 6 dicembre
Linda & the Greenman, Barazzo Live, Bologna, 20 dicembre
Death in June, Freakout Club, 12 dicembre

La carica dei 101

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Ora che il 2013 è quasi finito, potrebbe essere tempo di bilanci. Invece mi sono posto una domanda: oltre a tenere botta, cos’ho fatto in questi dodici durissimi mesi? Facile: sono andato a concerti. Più di cento in dodici mesi. Eccoli inutilmente elencati, a rimarcare che questo è anche un diario. Buon anno nuovo a tutti.

Diaframma + Stare Mesto, Locomotiv Club, Bologna, 11 gennaio
Bachi da Pietra, Bentivoglio Club, Bologna, 24 gennaio
Kaos + DJ Craim, Locomotiv Club, Bologna, 25 gennaio
Matt Elliot, Happen Club, Modena, 27 gennaio
Comaneci, Bentivoglio Club, Bologna, 30 gennaio
Thony + Mimes of Wine, Covo Club, Bologna, 1 febbraio
Howe Gelb, Chet’s Club, Bologna, 4 febbraio
Ginevra Di Marco, Bentivoglio Club, Bologna, 7 febbraio
The Jon Spencer Blues Explosion + The Mentalettes, Bentivoglio Club, Bologna, 14 febbraio
Darkstar, Bentivoglio Club, Bologna, 15 febbraio
Simone White, Chet’s Club, Bologna, 18 febbraio
Metz + Boomerang, Freakout Club, Bologna, 22 febbraio
Wallis Bird, Unhip Records Headquarters, Bologna, 4 marzo
Kid Koala, Locomotiv Club, Bologna, 8 marzo
Beach House, Estragon Club, Bologna, 9 marzo
Ornaments, Locomotiv Club, Bologna, 15 marzo
Matmos + Dario Neri, Locomotiv Club, Bologna, 16 marzo
Giuradei, Bentivoglio Club, Bologna, 21 marzo
Godflesh + Nerodimarte + Bologna Violenta, Locomotiv Club, Bologna, 22 marzo
Caroline Keating, Bar Modo Infoshop, Bologna, 27 marzo
Adam Green & Binki Shapiro, Covo Club, Bologna, 30 marzo
John Grant, Teatro Parenti, Milano, 11 aprile
Rammstein, Unipol Arena, Bologna, 26 aprile
Ronin + Marnero, XM 24, Bologna, 2 maggio
Gazebo Penguins + I giorni dell’assenzio + The Death of Anna Karina, TPO, Bologna, 4 maggio
Unepassante, Bar Modo Infoshop, Bologna, 8 maggio
Beatrice Antolini, Locomotiv Club, Bologna, 10 maggio
Teho Teardo e Blixa Bargeld, Senza Filtro, Bologna, 11 maggio
Girls vs Boys, Locomotiv Club, Bologna, 12 maggio
Foxhound, Primavera Sound, Barcellona, 22 maggio
Delorean, Primavera Sound, Barcellona, 22 maggio
Blue Willa, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Honeybird & the Birdies, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Savages, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Tame Impala, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
The Postal Service, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Grizzly Bear, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Dead Skeletons, Primavera Sound, Barcellona, 23 maggio
Honeybird & the Birdies, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
Django Django, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
The Breeders, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
Neurosis, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
Blur, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
The Knife, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
Daphni, Primavera Sound, Barcellona, 24 maggio
Dead Can Dance, Primavera Sound, Barcellona, 25 maggio
Phosphorescent, Primavera Sound, Barcellona, 25 maggio
My Bloody Valentine, Primavera Sound, Barcellona, 25 maggio
Honeybird & the Birdies, Primavera Sound, Barcellona, 26 maggio
Miguel Serra, Apollo, Barcellona, 26 maggio
Allah-Las, Apollo, Barcellona, 26 maggio
Come, Locomotiv Club, Bologna, 30 maggio
Alessandro Raina, Bar Modo Infoshop, Bologna, 5 giugno
Perturbazione, Botanique, Bologna, 13 giugno
Marnie Stern, Botanique, Bologna, 19 giugno
Ornaments + Zeus + Marnero, Freakout Club, Bologna, 20 giugno
Lambchop, Teatro Masini, Faenza, 21 giugno
Deerhunter, Vicolo Bolognetti, Bologna, 26 giugno
The Black Angels, Cortile del Castello Estense, Ferrara, 5 luglio
Tom Tom Club, Vicolo Bolognetti, Bologna, 10 luglio
Arctic Monkeys + Miles Kane, Piazza Castello, Ferrara, 11 luglio
Elio e le storie tese, Parco della Mezzaluna, Sant’Agata Bolognese, 14 luglio
Petrina, Botanique, Bologna, 18 luglio
Vadoinmessico, Botanique, Bologna, 19 luglio
Vadoinmessico, Hana-Bi, Marina di Ravenna, 23 luglio
Neil Young & the Crazy Horse, Piazza Napoleone, Lucca, 25 luglio
Sigur Ros, Piazza Castello, Ferrara, 26 luglio
King of the Opera + Fast Animals and Slow Kids, Parco della Resistenza, San Lazzaro di Savena, Bologna, 4 agosto
Melt Yourself Down, Propstore, Londra, 17 agosto
Drenge, Rough Trade East, Londra, 19 agosto
Nine Inch Nails + Tomahawk, Mediolanum Forum, Milano, 28 agosto
Elio e le storie tese, Gran Teatro Geox, Padova, 21 settembre
Fuck Buttons, Locomotiv Club, Bologna, 25 settembre
Bob Log III + Adriano Viterbini, Locomotiv Club, Bologna, 27 settembre
In Zaire + Fulkanelli, Locomotiv Club, Bologna, 3 ottobre
Dimartino + Giovanni Truppi, Locomotiv Club, Bologna, 4 ottobre
Virginiana Miller + Elisa Genghini, Locomotiv Club, Bologna, 10 ottobre
Russian Circles + Chelsea Wolfe, Locomotiv Club, Bologna, 14 ottobre
Man or Astroman? + The Octopus Project, Locomotiv Club, Bologna, 17 ottobre
Julie’s Haircut + Portfolio + Blue Willa, TPO, Bologna, 19 ottobre
65daysofstatic + Sleep Makes Waves, Locomotiv Club, Bologna, 24 ottobre
Sycamore Age, Senza Filtro, Bologna, 25 ottobre
Public Image Ltd. + Soviet Soviet, Estragon Club, Bologna, 26 ottobre
Public Service Broadcasting, Salumeria della Musica, Milano, 27 ottobre
Massimo Volume + Modotti, Bronson, Ravenna, 31 ottobre
Gazebo Penguins + Sex Offenders Seek Salvation, Covo Club, Bologna, 1 novembre
Ovo + Zolle + Uochi Toki, Bronson, Ravenna, 2 novembre
Iceage + Modotti, Locomotiv Club, Bologna, 6 novembre
Kaki King, Locomotiv Club, Bologna, 8 novembre
These New Puritans, Locomotiv Club, Bologna, 12 novembre
Steven Wilson, Teatro Duse, Bologna, 13 novembre
Jennifer Gentle + Universal Sex Arena + C+C=Maxigross, TPO, Bologna, 16 novembre
Unknown Mortal Orchestra + Mozes and the Firstborn + Brothers in Law, Mattatoio, Carpi, 22 novembre
Loop, Locomotiv Club, Bologna, 28 novembre
Nick Cave & the Bad Seeds + Basia Bulat, Paladozza, Bologna, 29 novembre
Califone + Aedi, Locomotiv Club, Bologna, 5 dicembre
Calibro 35 + Junkfood, Locomotiv Club, Bologna, 6 dicembre
Saluti da Saturno, Locomotiv Club, Bologna, 10 dicembre
Iosonouncane + K-Conjog + Tempelhof, TPO, Bologna, 13 dicembre
Massimo Volume + Amaury Cambuzat + Ofeliadorme, Estragon Club, Bologna, 14 dicembre
Egle Sommacal, Kinodromo, Bologna, 16 dicembre

Gotico texano: un’intervista a Josh T. Pearson

Josh T. Pearson esce dai camerini del Locomotiv Club di Bologna con pantaloni scuri, camicia scura aperta sul davanti e una pelliccia. È il 16 novembre scorso e fa freddo.

“L’ho comprata a Parigi per 20 euro”, mi dice. “È poco, non trovi? I ragazzi oggi non comprano cose così, perché è vera pelliccia. Ma…”, esita e mi guarda con due occhi profondi, ispirati e terribilmente tristi al tempo stesso. “Io sono del Texas”, conclude. E quest’affermazione in sé racconta già moltissimo di Josh T. Pearson e della sua carriera, iniziata sfortunatamente con i Lift to Experience, ma più che affermata grazie all’osannato (e ostico) debutto solista Last of the Country Gentlemen, uscito nel marzo del 2011. Un cristiano del Texas: quattro parole che aprono un mondo e un immaginario non sempre tranquillizzante, anzi. E il nostro, pur emanando una sorta di ancestrale e terricola sacralità, è garbato nei modi e acutamente ironico nella conversazione. Un vero gentiluomo del Sud, appunto, che non si vergogna a dire che per quanto possa affermare che il suono dell’album, interamente in acustico, sia volutamente rarefatto e intimo, dipende anche dal fatto che non poteva permettersi una band. “Gli studi costano un sacco”, dice meditabondo.

Cominciamo dall’artwork del disco e dalle foto sul tuo sito web: abbiamo fucili, nudità, ambienti rurali. Cos’hanno in comune tutte queste cose?
L’amore, direi. L’amore che ci rende tutti uguali, ci unisce, fa nascere i bambini. E la ragazza sulla copertina rappresenta quasi un ideale platonico di bellezza: l’abbiamo truccata per renderla quasi irreale, di plastica. Le foto con i fucili, invece, mostrano l’archetipo del vero uomo, rispettato e autoritario. Mi piacciono i concetti di amore, onore e rispetto.

C’è molta religione nei testi dell’album: si parla spesso di salvezza. Da chi o cosa bisogna essere salvati e come?
(ride) È una domanda difficile! Si può essere salvati da molte cose: dalla musica, per esempio, o da una persona, un’idea o una speranza. Ma si può essere salvati anche dal raggiungimento di un obiettivo. Io credo in Dio, negli angeli e in tutte quelle cose, sono un credente, un prigioniero del Signore. Non c’è niente che io possa fare, non posso fuggire. Vorrei poter cantare così forte da poter scardinare le porte, ma purtroppo le viti sono troppo strette.

C’è anche un lato più legato all’amore, al sesso, all’erotismo, al femminino. In particolare mi ha colpito un verso di “Woman, I’ve raised hell”, quando dici: Honey you are the Queen / But you had better leave or I will be forced to be King. Usi “force”, obbligare, e questa scelta mi trasmette un senso di minaccia nella canzone…
Ho faticato per un paio di mesi su quella frase. Non ero sicuro di usare la parola “forced”o “to see the return of a terrible king”. Mi piaceva la parola “forced” perché questo obbligo fa parte della nostra natura: non ne siamo contenti, ma fa parte del nostro essere animali, e non abbiamo alcuna opportunità per contrastarlo. È un istinto naturale che emerge. “Woman…” è una canzone d’amore, ma sarebbe stupido, da vigliacchi, affermare che nell’amore non si sperimenta anche la rabbia. Fa parte dei nostri limiti. Comunque ci ho messo un paio di mesi a lavorare su quelle parole e sono contento che qualcuno le noti e se ne sia interessato. Adesso dal vivo canto “see the return of a terrible king” e lo faccio perché mi piace come le parole rotolano sulla mia lingua.

Last of the Country Gentlemen è un disco profondamente statunitense, in molti l’hanno associato al concetto di “gotico americano”, ma ha anche legami con l’Europa, dove è stato registrato. Come si sono mischiate le tue radici texane con l’esperienza europea?
Be’, sono americano e ne sono felice. In trenta e passa anni l’America mi ha dato molto e non me la si può togliere da dentro… Sono legato all’idea di vastità e romanticismo di alcuni posti del Texas dove sono cresciuto. Però me ne sono anche allontanato molto: ho passato un paio di anni a Parigi, altri due a Berlino, forse uno a Londra, posti diversi tra loro, ma lontanissimi dai miei. Sono anche stato a New York, che non è così distante dal Texas, ma è una città rutilante e frenetica, a differenza delle metropoli europee. Mi piacciono perché c’è tempo per pensare e infatti in Europa ho avuto modo di riflettere sulla mia musica e sulla scrittura… Ma a proposito di “gotico”: chiamiamolo “gotico texano”: non che ci sia questa grande differenza, ma mi suona meglio (ride).

Il tuo sito è molto bello…
… ah, ma di quello si occupa l’etichetta…

Sì, lo immagino: ma penso che sia stato tu a decidere che, cliccando nella sezione intitolata “Bad news” si arrivi sul sito di Fox News. Uno è concentrato sulle tematiche del disco e trova, in maniera inaspettata e divertita, questo link…
(ride sorpreso) Ho chiesto loro di farlo e l’hanno fatto! Pensavo fosse divertente. Avrei potuto anche linkare The Economist e l’avrei trovato comunque buffo. Ma sai, alla gente piace prendere per il culo Fox News e quindi… ho giocato facile prendendomela con l’informazione di destra. Ma credo che negli Stati Uniti la sinistra sia più conservatrice della sua controparte.

Politicamente come ti collochi?
Proprio al centro. Per molto tempo non pensavo alla politica, sebbene leggessi The Economist ogni settimana, e lo faccio anche ora, specialmente in tour. Forse sono più vicino alle posizioni conservatrici in ambito fiscale, ma sono scandalizzato dal dibattito sull’assistenza sanitaria. D’accordo che è politica, ma è un vero prodigio che gli evangelici possano essere contrari alla gratuità dell’assistenza sanitaria. Proprio nel Nuovo Testamento si dice di donare i propri vestiti ai poveri, di porgere l’altra guancia… È stupefacente come riescano a convincere l’elettorato a votare in maniera contraria ai loro principi. Gesù è venuto per guarire i malati, per ridare l’udito al sordo e la vista al cieco… e questi li convincono del contrario. È un trucco messo a punto da gente malvagia… Ma sento che, non solo negli USA, le cose possono cambiare, c’è aria di rivoluzione, sebbene il momento non sia semplice. Lentamente stiamo diventando forse un po’ più intelligenti e aperti. O almeno, lo spero.

Grazie a Jonathan Clancy per la prima traduzione

L’elettricità

Quando ho avuto la conferma che Nada sarebbe passata da Maps non solo per un’intervista, ma anche per un minilive in studio, mi sono davvero emozionato: non mi aspettavo che una musicista con una carriera tale sarebbe venuta a suonare nel mio programma. Preparandomi, però, per l’intervista, ho riguardato e riascoltato molto della lunga carriera della musicista.

E in effetti ciò che l’ha sempre animata è stato uno spirito di indipendenza e di purezza sinceramente lontano dalle famigerate “scelte commerciali”, tant’è che mica le è andata sempre bene. Questo spirito, in scala minore, è un po’ quello che vorrebbe avere la trasmissione e a cui tende la programmazione della radio tutta. La sua presenza in onda, quindi, poteva avere ragione di esserci, così, fantasticandoci su.

Quest’introduzione per dirvi che quel pomeriggio di più di un mese fa alla fine è stato davvero bellissimo, e mi è rimasto dentro al punto tale da pervadere anche le sensazioni della serata, quando Nada e i Criminal Jokers hanno suonato in un Locomotiv sold out.

Quassù trovate il resoconto della serata, pubblicato nell’ultimo numero di Jam: un breve pezzo in cui non si accenna alle canzoni che vedrete e sentirete presto sul sito di Maps, ma di cui mi è rimasta una sorta di elettricità nell’animo. E capirete che quando è un set acustico a provocare queste sensazioni…

Qui non si sa
se restare nell’oscurità
o andare verso il futuro
in un mondo diverso
spinti da un vento leggero
come un fucile alla nuca
(Nada, “L’elettricità”)

Lui balla da solo

Le persone all’ingresso del locale sono gentili e lui entra, lasciandosi il gelo della sera alle spalle. In una mano un mazzo talmente infreddolito di rose che neanche lui ha il coraggio di guardarle, figuriamoci di venderle. Ma non si sa mai. Non ha fatto un euro quando credeva di ricavare qualcosa e si è trovato sulla strada di casa leggero, senza quasi più niente da vendere in giornate iniziate malissimo.

Il tepore di quel luogo lo abbraccia talmente stretto da farlo sorridere. E poi c’è un gruppo che suona. Non uno dei suoi che sì, bravi, i concerti del sabato pomeriggio, tutti a cantare le stesse canzoni, e c’è sempre quello che piange, però che palle. No, uno che fa musica tosta, rock. Però che strano: non c’è il cantante.
Viene quasi attratto dal palco, o forse dalla gente più fitta che è insieme fonte di calore e di guadagno, in quel momento. Ma in quello che fa c’è un misto di irrazionalità e abitudine che quasi lo stordisce. Sono tutti ovviamente rivolti verso il palco, come potrebbe mai pensare che qualcuno lo degni di uno sguardo? Non si girerebbe neanche lui per nulla al mondo, anzi: non lo fa proprio. Procede e, comunque, accompagna gesti a parole: “Amico, una rosa?”, o mostra svogliato la mano con gli accendini e i giocattoli.

La batteria incalza e gli ribatte dentro che sembra di essere al cinema e si trova nelle prime file proprio quando inizia a essere investito dal  basso perfettamente allineato al bagliore che proviene pulsante da un faro in alto. Solleva le braccia un po’, per mostrare rose e giocattoli, ma quando nessuno sguardo lo accoglie, decide di lasciarle sollevate e si accorge di ballare. La luce lo stordisce ed è insieme agli altri, da solo, per la prima volta.

Decide quindi di dare la sua parte: si ferma, mette la mano tra i capelli, preme un interruttore e le orecchie di Minnie che ha in testa si accendono. Mentre quelli intorno sono avvolti da un’intermittenza di tonalità fluorescenti che provengono dal cerchietto che indossa, lui balla, finalmente senza pensieri.

Al centro le orecchie di Minnie, sul palco del Locomotiv i Ronin (Bologna, 30.01.2011)

Di |2024-05-13T14:23:22+02:006 Febbraio 2012|Categorie: I Me Mine, I'm Happy Just To Dance With You|Tag: , , |3 Commenti

L’altro lato della lista

Da oggi sul sito di Maps escono le nostre liste musicali di fine anno, che ogni tanto ho anche riportato qua, sebbene io odi le liste: questa mattina è stata pubblicata la mia. Per arrivare ai dieci (più cinque) dischi dell’anno ho fatto una selezione di cinquantadue album. Un numero casuale che però mi ha fatto pensare a quanto sarebbe stato bello ascoltare per una settimana solo quei dischi, senza perdersi in altro. Pur avendo una mezza idea di “suggerire” qua un disco diverso del 2011 per tutto il 2012 (poco realizzabile) e un’altra mezza idea di stilare una classifica della musica che, per un motivo o l’altro, non ho potuto mettere in radio (come quel Felt di cui ho parlato qualche giorno fa) ho pensato che una cosa da fare subito, oggi, era compilare la colonna dei cattivi.

Ecco quindi il peggio del 2011 musicale: si tratta di opinioni del tutto personali che spesso hanno avuto a che fare con delusioni, più che con giudizi di valore veri e propri. Ma, visto che si tratta di dischi ascoltati e concerti effettivamente visti, gli elementi di queste liste mi hanno comunque, in un modo o nell’altro, fatto perdere tempo. E quindi, vendetta.

I peggiori dischi del 2011 (per come mi sono venuti in mente, senza un’ordine preciso)
1. Coldplay – Mylo Xyloto (Parlophone): perché davvero non si può sentire. Per dire che io Viva la vida lo salvavo anche. Qua e là. Ma questo, proprio, no. È una caramella al bitume andata a male.
2. dEUS – Keep You Close (Pias): perché non posso farcela a sopportare un altro disco più che dimenticabile della band belga. Mi fa soffrire troppo. Abbasta, pietà.
3. Hercules and Love Affair – Blue Songs (Moshi Moshi): perché se vuoi farci ballare, allora facci ballare. Non queste vie di mezzo poco convinte.
4. Ladytron – Gravity the Seducer (Nettwerk): perché non si è obbligati a fare uscire un disco, eh, se non si hanno pezzi buoni a sufficienza manco per un ep.
5. The Chemical Brothers – Hanna OST (Back Lot): perché è la prova che nomi grossi dell’elettronica (sebbene ultimamente non così brillanti) funzionano poco con le colonne sonore. A proposito: vogliamo un vero album dei Daft Punk.
6. Prefuse 73 – The Only She Chapters (Warp): perché, davvero, va bene tutto ma questo disco dove vuole andare?
7. Digitalism – I Love You, Dude (V2): ma come si fa a fare un disco insipido come questo dopo avere sfornato un capolavoro come Idealism? Meglio il disco di remix I Club You Dude.
8. Lykke Li – Wounded Rhymes (Atlantic/LL): perché è la prova di come io certe infiammanti passioni di certa infiammata stampa musicale non le capisca proprio. E non mi dispiaccia di non capirle.
9. Moby – Destroyed (Little Idiot): perché ho provato a difenderlo davanti a tutti, quando è uscito, ma poi mi sono ritrovato da solo con lui e gli ho detto “Sei irrecuperabile, vattene”.
10. Lou Reed e Metallica – Lulu (Warner/Vertigo): perché?

I peggiori concerti del 2011 (come sopra)
1. Gonjasufi (Link, Bologna, 20.05.11): perché Bob Marley e tanti altri suonavano e cantavano benissimo da strafatti, ma quando non c’è genio non c’è droguccia che tenga. Orripilante.
2. Iron and Wine (Locomotiv Club, Bologna, 12.02.11): perché va bene che vuoi arrangiare i tuoi pezzi, ma aspetta di avere sessant’anni e un contratto in un casinò di Las Vegas per deturpare anche i tuoi brani più belli.
3. EMA (Locomotiv Club, Bologna, 13.11.2011): perché se alcune cose del disco erano belle, ti devi portare dietro qualcuno che te le sappia suonare.
4. Adam Green (Vicolo Bolognetti, Bologna, 30.06.11): perché mezz’ora di concerto scazzato con la chitarrina beandoti del pubblico adorante, no, dai.
5. Godspeed You! Black Emperor (Estragon, Bologna, 26.01.11): perché avevo un ricordo talmente bello del concerto al Link del 2002 che non ce l’avrebbero fatta a sostituirlo, neanche con un concerto di pari livello, figuriamoci con uno così così.

Peggior Artwork del 2011
Potevo aiutarmi con le liste in rete, ma si tratta spesso di dischi che non ho mai sentito. Ma Tao of the Dead non è neanche male, copertina a parte.

Un’illustrazione che non troverebbe posto neanche nelle edizioni delle fiabe taroccate che si vendono nelle stazioni dei treni.

Il peggior video del 2011
In questo caso mi sono fatto aiutare dalle liste trovate in rete, ma guardate che roba:

Ah, ci credono veramente, gli Alternate Reality.

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